E’ uno scandalo di gran lunga più grande di ciò che si pensi. E’ questa la sensazione, è questo ciò che si dice (nemmeno in silenzio) negli ambienti comunali e tra gli addetti ai lavori: ex amministratori, dipendenti comunali che per anni hanno taciuto e che oggi, scoppiato il caso dei bollettini del condono contraffatti, hanno improvvisamente riacquistato la memoria. Ora tutti ricordano. Non solo bollettini contraffatti (sarebbe il danno minore) ma oneri di condono e permessi di costruire (licenze e quant’altro) mai pagati o pagati meno, molto meno del dovuto. Danni incalcolabili per l’ente cittadino. Le cifre sarebbero superiori ad alcuni milioni di euro.
Gli stratagemma, in voga soprattutto negli anni Ottanta (anni Dc) e negli anni “rossi” Novanta-inizio Duemila, sono più o meno noti a tutti. Se l’importo di una pratica urbanistica era di 20 mila euro, il palazzinaro di turno o anche semplici cittadini, con la complicità di qualche dipendente comunale, che gli spiegava il da farsi, compilava un bollettino da 2 mila euro o 200 euro. Quei soldi finivano poi in un gran calderone, con incassi non suddivisi per singole procedure o pratiche. Difficile (ma non impossibile per i carabinieri) ricostruire la genesi di quei procedimenti. In diversi casi, invece, sarebbero state ottenute licenze senza nemmeno versare un euro.
I controlli? Gli ideatori della presunta truffa avrebbero corso pochi rischi, visto che gli importi di migliaia di bollettini corrispondono alle somme (non veritiere) ma realmente versate. Bisogna insomma andare a monte e verificare se gli importi di quelle pratiche di condono o di altra natura furono calcolati nel migliore dei modi.
C’è poi la storia dei protocolli-pezzotto, pratica molto in uso negli anni Novanta. Migliaia di numeri protocollo messi da parte per pratiche edilizie presentate negli anni successivi. Ma questa storia, questo ennesimo, presunto grande scandalo sarà oggetto di nuovi e più approfonditi articoli. Per ora attendiamo le verifiche disposte dal Comune e l’esito dell’indagine dei militari dell’Arma.
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