“Il cronoprogramma è stato rispettato. Adesso l’intera divisione, che conta 13 posti letto di degenza ordinaria e 3 di day surgery, è destinata a diventare un centro di eccellenza. Dal 30 giugno, data dell’apertura del day-surgery di chirurgia vascolare, sono stati effettuati circa 100 interventi, 2 dei quali innovativi di chirurgia rigenerativa in pazienti con ulcere, che non guarivano da anni, tramite innesti di cellule staminali prelevate dal tessuto adiposo ed iniettate intorno ed al di sotto della lesione, riuscendo a salvare molti arti destinati all’amputazione”, aggiunge il dott. Pignatelli che spiega:
“Il piede diabetico è la complicanza più invalidante dell’iperglicemia cronica trascurata. Lo stato patologico condiziona negativamente la qualità di vita del paziente, tanto da richiedere una scrupolosa e costante igiene dei piedi supportata da frequenti controlli medici. Un piede trascurato può provocare la formazione di ulcere, piaghe ed infezioni che possono in breve tempo diffondersi nei tessuti limitrofi fino ad arrivare alla gangrena e nei casi più gravi all’amputazione”.
“Grazie al lavoro di un’equipe multidisciplinare, composta da diabetologi, ortopedici, internisti, angioradiologi e chirurghi vascolari che effettua interventi di rivascolarizzazione del piede diabetico associati a tecniche chirurgiche di demolizione minimale e ricostruzione tissutale di avanguardia, è possibile salvare molti pazienti dall’amputazione maggiore – rileva il responsabile UOC dell’Ospedale del Mare – In Italia, vengono effettuate ogni anno circa 13 mila amputazioni, il 58% per piede diabetico pari a 7000 interventi, 2067 riguardano la gamba o la coscia. I numeri sono allarmanti: il 15% dei diabetici che ha un’ulcera al piede andrà incontro ad amputazione, il 50% degli amputati subirà entro 5 anni una seconda amputazione e la metà degli amputati ha un elevatissimo rischio di morte entro i successivi 3 anni. Eppure il piede diabetico si può prevenire e, quando insorge, può essere adeguatamente curato, scongiurando l’amputazione. Purtroppo il paziente spesso non si rende conto dei rischi a cui va incontro”.
“L’84% delle amputazioni è dovuta a un’ulcera del piede aggravatasi nel tempo. Oggi esistono nuove tecniche in grado di trattare l’ulcerazione cutanea e di conseguenza ridurre le amputazioni. Obiettivo di qualsiasi intervento è un piede guarito e nello stesso tempo in grado di permettere una deambulazione il più possibile priva del rischio di sviluppare ulteriori lesioni. Le persone diabetiche che non hanno mai avuto lesioni devono sottoporsi a controlli annuali, mentre chi ha avuto pregresse ulcerazioni necessita di visite trimestrali o semestrali”, conclude il dott. Pignatelli.
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