Madre-nonna a 64 anni, le è stata ritirata la patria potestà dei due gemelli partoriti lo scorso 14 febbraio, perché è incapace di farsene carico. Torna a infiammare il dibattito sui limiti della riproduzione assistita in Spagna il caso di Mauricia Ibañez, la donna di 64 anni di Burgos alla quale il governo regionale di Castilla y Leon ha tolto la tutela dei due neonati, perché senza “cure adeguate”, e li ha dichiarati “in stato di abbandono”, ponendoli sotto la custodia dei servizi sociali. Già nel 2014, il governo regionale aveva tolto per gli stessi motivi alla mamma-nonna la primogenita, Blanca, avuta a 58 anni.
Ieri, la polizia è andata a casa della donna e ha preso in consegna i bambini, che saranno dati in affido temporaneo a una famiglia. «Mauricia è desolata e traumatizzata. Se la prima volta che le è stata sottratta Blanca, la prima figlia, è stato doloroso, questa volta lo è molto di più», ha assicurato il suo avvocato, Juan Carlos Saiz. Ma il suo caso riaccende la polemica sui limiti di età per la maternità, che in Spagna non sono stabiliti per legge, bensì mediante il codice di autodisciplina.