Niente più iniezioni di insulina. In futuro ad aiutare i diabetici a recuperare la funzione pancreatica perduta saranno le cellule staminali. Un gruppo internazionale ha annunciato sulla rivista Cell Metabolismdi aver finalmente superato un ostacolo che bloccava la ricerca da anni, riuscendo a produrre in vitro cellule deputate alla produzione dell’insulina (cellule beta) mature e funzionanti, e a trapiantarle con successo in topi diabetici.
Il diabete di tipo 1 colpisce più di 30 milioni di persone nel mondo e risulta nella distruzione delle cellule beta del pancreas per una reazione eccessiva del sistema immunitario. Finora iniettarsi l’insulina è stata l’unica opzione alla portata della maggioranza degli individui affetti dalla malattia, anche se questo trattamento non riesce a simulare bene la secrezione naturale. Le fluttuazioni dei livelli di glucosio sono difficili da regolare, con rischi associati sia all’iperglicemia che all’ipoglicemia. L’altra possibilità è il trapianto da cadavere di quella parte del tessuto pancreatico che va sotto il nome di isole di Langerhans. Ma questa soluzione è ostacolata dalla penuria dei donatori e comporta comunque l’obbligo di assumere per tutta la vita dei farmaci immunosoppressivi con pesanti effetti collaterali. Le cellule staminali sarebbero l’uovo di Colombo, soprattutto da quando gli scienziati hanno imparato a far retrocedere le cellule adulte in uno stato di pluripotenza simil-embrionale. Insomma da quando nell’arsenale delle medicina rigenerativa sono comparse le cosiddette staminali pluripotenti indotte.