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“Ad un tratto l’ho preso in braccio e sono uscito fuori al balcone… Giunto all’esterno con il bambino tra le braccia mi sono sporto e ho lasciato cadere il piccolo. Ho immediatamente udito delle urla provenire dal basso e mi sono spaventato consapevole di essere la causa di quello che stava accadendo…”. Fanno venire i brividi le parole pronunciate da Mariano Cannio, il 38enne accusato dell’omicidio del piccolo Samuele, precipitato nel vuoto venerdì scorso a Napoli, mentre rendeva sommare informazioni: “Sono fuggito a casa e – ha poi aggiunto – sono andato a mangiare una pizza nella Sanità”.