Le vergogne del Pd di Marano, i bari e la fake news dell’azzeramento della giunta

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Le vergogne del Pd di Marano sono all’ordine del giorno. Ma i democratici, che vivono in un universo parallelo, in una realtà alternativa, manco se ne rendono conto. Stanno pieni di figuracce, ma loro, imperterriti, continuano a racimolarle una dietro l’altro.

Orbene, non tutti nel Pd sono degni di disistima; non tutti non comprendono la gravità della situazione. Ma al netto di tutto ciò, il partito locale continua a prendere schiaffi dal sindaco Visconti e a incartarsi a causa di tatticismi esasperati e per colpa di qualche noto baro della politica cittadina.

Tra le pantomime più esilaranti degli ultimi giorni c’è quella dell’azzeramento della giunta proposta dal primo cittadino. Ma prima di toccare questo aspetto, ricordiamoci di cosa è accaduto nelle ultime settimane.

I consiglieri del Partito democratico, Coppola, Paragliola, Nastro, Accongiagioco, Santopaolo e Savanelli, firmano un documento, lo inviano al sindaco chiedendo la testa del vicesindaco D’Alterio. Il sindaco risponde picche. I consiglieri si recano in Consiglio comunale e sfiduciano D’Alterio, ma Visconti se ne “fotte” altamente e lo conferma. Il primo cittadino si dirà intenzionato ad azzerare la giunta, ma si tratta di una palese scusa per prendere tempo.

Nello stesso consiglio comunale, l’allora capogruppo Pasquale Coppola interviene e dice: “Sindaco, il tempo è scaduto: se anche domani dovessi decidere di sostituire D’Alterio, sarebbe per noi troppo tardi. Lo dovevi rimuovere prima di questa seduta consiliare”.

Passano i giorni, si susseguono gli incontri nel direttivo ma i sei consiglieri, o quasi tutti, non sono consequenziali: cincischiano, non annunciano il passaggio all’opposizione. La manovra è studiata a tavolino o quanto meno concertata da Coppola e, probabilmente, da Savanelli padre, quelli che più di altri non ne vogliono sapere di andare a casa anzitempo o quanto meno di togliersi gli schiaffi dalla faccia ricevuti da Visconti.

Il direttivo, controllato dai due più altri che gettano la pietra e nascondono la mano, congela la situazione e, tra lo stupore generale, partorisce un comunicato con il quale si accetta la proposta di un azzeramento della squadra di governo (l’idea di Visconti) che è in realtà una delle più grandi bufale o fake news della storia contemporanea. La loro manovra è favorita dalle incertezze di Mimmo Paragliola, che solo a chiacchiere si dichiara pronto a perdere la poltrona di presidente del Consiglio comunale, ma soprattutto dalle incertezze del segretario provinciale, Marco Sarracino, che aveva promesso di prendere in mano la situazione e che invece, quasi sul traguardo, ha “appeso” il segretario di circolo Roberto Sorrentino, lasciatosi imbrigliare con estrema facilità.

Come è possibile che consiglieri così navigati come Coppola, Paragliola e altri si siano bevuti una simile fake news? Nessun partito o forza a sostegno di Visconti vuole cambiare i propri attuali assessori: l’unica casella vacante è quella lasciata da Di Luccio (Pd) e l’unico posto da riempire, pertanto, è solo quello.

A questo punto viene da chiedersi e pensare che tutta la manovra – promossa o sostenuta da alcuni consiglieri – sia stata funzionale solo ad accaparrarsi quell’assessorato.

Morale della favola? D’Alterio non si è mai mosso dal suo posto e Visconti non azzererà alcuna giunta e se anche lo farà nessuna forza cambierà gli attuali assessori. Il Pd, che aveva detto a Visconti che il “tempo era scaduto”, si ritrova oggi in mezzo al guado: spaccato, dilaniato al proprio interno, carico di figuracce in città. Qualche stolto attende, prima di staccare la spina al sindaco, di conoscere l’esito della relazione che potrebbe portate allo scioglimento dell’ente comunale per infiltrazioni camorristiche.

La relazione è quasi pronta e sarà favorevole allo scioglimento. I commissari hanno trovato (basta leggere il nostro portale) decine di casi potenzialmente atti a sciogliere il Comune. Per sciogliere il Comune – lo ripetiamo a qualche cialtrone del Pd e non solo – non bisogna provare che il sindaco o qualche assessore siano collusi con la malavita. Non è questo lo spirito della legge: per sciogliere un ente pubblico è sufficiente individuare qualche atto, delibera, determina, decreto, ordinanza, mandato di pagamento, che abbia potenzialmente favorito soggetti in odor di camorra o ad essi in qualche modo collegati.

Basta questo e negli atti prodotti da questa amministrazione, se si legge bene, questi elementi ci sono eccome. I commissari lo sanno e lo hanno già evidenziato. Il resto è fuffa.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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