Una scelta che scontenta praticamente tutti. O quasi. La nomina di Angelo Covino, da noi anticipata qualche settimana fa, è stata colta con disappunto dalla stragrande maggioranza delle forze politiche locali, in primis da diversi consiglieri di Visconti che hanno sperato fino all’ultimo in un ripensamento del primo cittadino.

Dopo la nomina di Campanile, ex sindaco, ex assessore, stimato negli ambienti della prefettura napoletana e nel mondo dell’associazionismo cattolico, sbarca in municipio – in qualità di sovraordinato – Angelo Covino, 52 anni, dipendente Inps, in pratica un collega di Visconti.

Covino, in passato vicino al centrodestra cittadino, poi a Mario Cavallo, poi avvicinatosi per un po’ (ci provò) al mondo pentastellato, poi a quello della Lega, senza esser ricambiato da nessuno delle suddette forze politiche. Tentò, tra l’altro, di collaborare anche con i vecchi commissari. Dopo anni riesce nel suo intento: ottenere un incarico dall’amministrazione comunale di Marano.

A nostro avviso e di tanti esponenti politici del territorio, il passo indietro – rispetto alla scelta di Campanile – è enorme. Visconti premia (a nostro modesto avviso e di tanti altri addetti ai lavori) un uomo senza una professionalità specifica, privo di qualsivoglia esperienza in un ente comunale, con un curriculum zeppo di cose inutili e ridondanti.

Covino, che ancora oggi vive in un alloggio popolare di via Piave, si occuperà di beni confiscati, polizia municipale, fiere e mercati, sport, comunicazione istituzionale, ambiente e territorio. Oggi mugugnano in tanti, soprattutto i consiglieri del Pd che avrebbero voluto ben altro a sostegno di una giunta che ha già i suoi tanti problemi. I consiglieri del Pd, naturalmente, non usciranno allo scoperto. Loro che sollecitavano maggiore qualità, oggi sono costretti ad ingoiare l’ennesimo rospo, anzi l’ennesima polpetta avvelenata.

Commenti