L’angolo dello psicologo. Sentirsi in buona salute ed essere in buona salute. Il malato è immaginario?

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Caro dottore, che differenza c’è tra l’essere in buona salute e il sentirsi in buona salute? Io sono costantemente preoccupata della mia salute perché mi sento veramente male, un malessere fisico che mi prende da lontano e si concentra nelle parti vitali del mio corpo. Così ora alla testa e allo stomaco, ora agli organi riproduttivi, ai polmoni,  il dolore non mi abbandona mai. Un dolore che è ben concreto e vivo, ma che poi, dopo gli accertamenti del caso, risulta completamente infondato. Ma il dolore c’è, la preoccupazione di una malattia che potrebbe sempre insorgere mi condiziona la vita, mi mette in allarme anche un semplice mal di denti. Come fare ad andare avanti così, con le persone intorno che minimizzano ciò che non va assolutamente trascurato?. Non riesco a riacquistare una salute buona, mi sento malata, ma sono sana, mi sento incompresa e nessuno mi capisce. Mi aiuti lei, dottore.

Eleonora (Caivano)

Risposta

Della nostra storia parlano anche i sintomi, i nostri malesseri, che si celano in pensieri che a volte diventano ossessivi. Definiti così perché ruotano sempre nello stesso senso, come all’interno di un cerchio da dove è impossibile uscire. Questi pensieri rincorrono il proprio malessere, racchiuso all’interno del proprio corpo, perché è esso a lanciare segnali che si focalizzano di volta in volta sugli organi o sulle funzioni corporee. I sintomi spesso si traducono in paura di contrarre malattie anche gravi e inguaribili. Non bastano rassicurazioni e risultati negativi a test ed esami clinici, che cominciano ad essere ripetuti in maniera compulsiva, rendendosi anche ridicoli e per questo sbeffeggiati dagli altri. Paura della malattia come paura della morte, che è l’unico pensiero reale a tormentare la persona, che non riesce a venire a capo della sua sofferenza, insostenibile anche per colui che vive a contatto con la persona ipocondriaca. Una vita che diventa uno stillicidio, un morire continuo, dove il tempo si ferma perché è tempo fissato su un unico tema. Si ritorna alla vita solo attraverso una nuova consapevolezza di sé, che passa attraverso l’interiorizzazione del concetto di morte, che, quando avviene, mette il soggetto di fronte a quelli che sono i suoi bisogni e desideri reali. Questi passano attraverso il riprendere dello scorrere del tempo, che nel suo fluire schiude le porte per nuovi scorci, come potrebbe essere una nuova esistenza.

Raffaele Virgilio, psicologo e psicoterapeuta

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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