Napoli, la Corte d’appello dice sì all’adozione reciproca dei figli di due donne

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In Francia Giuseppina La Delfa e Raphaelle Hodets sono regolarmente sposate dal 2013 e, oltreconfine, i figli sono sempre stati figli di entrambe. Da oggi, 5 aprile 2016, questa famiglia, formata da due madri e due figli (nati biologicamente da ciascuna delle due donne) è reale anche in Italia. La Corte d’Appello di Napoli ha ordinato la trascrizione di due sentenze del Tribunale civile di Lille con le quali si riconosce l’adozione reciproca di due bimbi figli di due donne, residenti in provincia di Avellino, e che si sono sposate in Francia. Questo vuol dire: due genitori dello stesso sesso, con pari diritti, e  figli con doppio cognome sui documenti.

L’11 dicembre 2015 il Tribunale di Milano ha riconosciuto l’adozione “piena” per una bimba, figlia di due madri sposate in Spagna per 12 anni e poi divorziate. Il 29 agosto 2014 anche il tribunale di Roma aveva detto “Sì” a due mamme. In questo caso però si tratta della prima adozione incrociata.

E per la prima volta, in una causa che riguarda una coppia omosessuale, l’ufficio di stato civile deve risarcire i costi legali del processo che ha provocato.

“E siamo molto più avanti della stepchild adoption che volevano riconoscere in Italia. I nostri figli avranno tutti i diritti della normale adozione. È stata una lunga battaglia, ma finalmente abbiamo vinto e il sindaco ci deve rimborsare più di 5000 euro per le spese legali. Non è la crifra, ma il principio che conta. Non è giusto che noi famiglie per veder riconosciuti i nostri diritti dobbiamo spendere dei soldi in avvocati e processi”, spiega Giuseppina La Delfa, fondatrice ed ex presidente di Famiglie Arcobaleno.

I documenti dei due bimbi ora potranno essere trascritti presso i registri anagrafici del comune di residenza. “Ce l’abbiamo fatta. E’ una vittoria per tutta l’Italia e per tutta l’Europa – esultano  le due donne, entrambe 53enni  – I cittadini europei che si muovono in Europa non possono perdere diritti e doveri passando da uno stato membro all’altro. Non è solo una battaglia politica, aggiunge, ormai i nostri figli avranno la stessa identità sui loro documenti italiani e francesi e saranno riconosciuti anche in Italia come fratelli fra loro e figli di ambedue”.

“La vita quotidiana risulterà più semplice per tutti noi e loro saranno decisamente maggiormente tutelati ovunque in Europa. La prima cosa che mi viene in mente e che avranno un codice fiscale uguale alla loro carta di identità o che a scuola potranno essere inserite con il loro vero cognome, e non solo con metà cognome  – aggiunge Raphaelle Hodets  – Ma a parte queste piccole cose, con cui bene o male impari a convivere, da oggi potremo pensare al futuro con più serenità. Come genitori ci sentiamo più sereni pensando ai possibili momenti difficili. I nostri figli sono fratello e sorella, hanno due genitori e hanno zii, nonni, cugini. E’ una grande vittoria”.

La Corte di Appello, spiega l’avvocato Alexander Suster del foro di Trento, “ha ribadito il proprio precedente, sempre riguardante Giuseppina La Delfa, del luglio 2015 con il quale ha ordinato la trascrizione del matrimonio contratto all’estero, a quanto consta l’unico matrimonio che in Italia è ancora validamente trascritto nei registri dello stato civile, dopo gli annullamenti dei mesi scorsi compiuti dai prefetti”.

I giudici partenopei, prosegue il legale che si è costituito in giudizio con il collega Giuseppe di Meo del foro di Avellino, “hanno difeso l’idea di una ‘libera portabilità degli status’ nell’ambito dell’Unione Europea e che, trasposta al caso in esame, non dovrebbe nemmeno precludere il riconoscimento per effetto delle sentenze di adozione in questione degli status di figli legittimi acquisiti dai predetti minori delle due madri, coniugate validamente secondo la legislazione dello stato di cittadinanza”, concludendo che “non vi è alcuna ragione per ritenere in linea generale contrario all’ordine pubblico un provvedimento straniero che abbia statuito un rapporto di adozione piena tra persone coniugate e i rispettivi figli riconosciuti dei coniugi, anche dello stesso sesso”.

Repubblica

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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