La scossa che generato panico e la frattura nel Golfo. “C’è bisogno di una verifica degli edifici”

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E’ stata la più forte finora registrata, ha sconvolto il sonno dei napoletani, facendo tremare i palazzi e svegliando molti residenti che hanno avvertito distintamente il movimento tellurico. L’epicentro è stato localizzato nella zona dei Campi Flegrei, con una profondità di appena 3 chilometri, proprio nel suggestivo scenario del Golfo di Napoli. La città, già abituata a convivere con l’ombra dei vulcani e dei movimenti tellurici, ha reagito con una certa apprensione alla scossa, soprattutto nei quartieri più alti, dove l’impatto è stato più evidente. Nella zona di Bacoli, diverse persone spaventate sono scese in strada, mentre l’evento è avvertito anche nei comuni limitrofi di Quarto, Marano, Villaricca e altre città dell’area flegrea oltre che sulle isole di Ischia e Procida.

Il vulcanologo Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha sottolineato l’importanza di mettere in sicurezza le abitazioni come deterrente ai terremoti. Secondo Di Vito, la semplice fuga non è l’unica soluzione, ma è essenziale concentrarsi sull’adeguamento delle strutture edilizie per resistere ai movimenti sismici. “Il patrimonio edilizio deve essere pronto a difendersi dai terremoti”, ha affermato il vulcanologo, evidenziando l’importanza di un’attenzione massima ai luoghi in cui si vive.

L’epicentro della scossa, secondo le prime analisi, sembra aver creato una frattura nel Golfo, spostandosi dalla sua posizione originaria in mare. Questo fenomeno evidenzia la dinamicità della regione, sempre soggetta ad attività sismica e vulcanica.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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