Sottratta a clan e degrado la villa che fu di Simeoli diventerà un centro per l’autismo

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La villa appartenuta a Luigi Simeoli, esponente di punta del clan Polverino, diventerà a breve un centro per ragazzi affetti da autismo. L’immobile, che nel lontano 2012 era stato affidato all’associazione Aggregarci, è stato ristrutturato dal Comune con fondi regionali, poco più di 200 mila euro. Era immersa nel degrado poiché nel corso degli anni era stata utilizzata in pochissime occasioni. Il bene sottratto alla famiglia Simeoli, composta perlopiù da imprenditori del mattone storicamente vicini alla fazione criminale dei Polverino, è situato in via Marano-Quarto, nella zona in cui sono presenti anche altre strutture sottratte alla camorra, mai affidate ad associazioni e cooperative sociali o comunque quasi mai utilizzate per i fini previsti dalla legge.
L’INTERVENTO
I lavori di restyling di villa Simeoli, finanziati con fondi Fesr Campani 2014/2020, sono stati eseguiti dalla Ge.Ma costruzioni di Quarto. Nelle prossime settimane, l’ente cittadino svolgerà l’iter per l’assegnazione degli spazi. Cooperative ed associazioni che si prendono cura dei ragazzi con sindrome da autismo sono da tempo alla ricerca di immobili confiscati all’interno del comune di Marano. Un anno fa, quando il municipio era ancora amministrato da una triade commissariale, fu l’associazione Autismo sociale a sollecitare i vertici dell’Ente affinché si prodigasse a individuare spazi e luoghi consoni per le attività di accoglienza e presa in carico dei ragazzi autistici. L’autismo sociale, in particolare, sarebbe disposta a mettere in campo ea lavorare su progetti destinati a ragazzi privi di assistenza o di familiari capaci di prendersene cura. L’associazione avviò anche una battaglia, supportata da Nicola Morra, ex presidente della commissione nazionale antimafia, finalizzata a fare chiarezza su un’altra villa appartenuta alla famiglia Simeoli, sempre ubicata in via Marano-Quarto, assegnata dal Comune a una cooperativa del Casertano , ma mai utilizzata per attività con finalità sociale. L’allora responsabile dei beni confiscati, il colonnello Luigi Maiello, avviò anche l’iter per liberare l’immobile e ottenere, contestualmente, la riconsegna delle chiavi dai gestori. Con il passare dei mesi, tuttavia, la vicenda finì nel dimenticatoio. Il Comune ora ci riprova con l’immobile di cui era titolare Luigi Simeoli, una splendida villa con ampio giardino, cantinola e box ideale per le attività ipotizzate.
LA ROCCAFORTE
Via Marano-Quarto è la roccaforte storica della famiglia Simeoli. Accanto all’immobile che accoglierà i ragazzi affetti da sindrome di autismo, infatti, sorgono anche le ville di Benedetto Simeoli, condannato in via definitiva per associazione mafiosa, e la villa del defunto Angelo Simeoli, a lungo esponente del clan Nuvoletta. Tre strutture di grandi dimensioni, dotate di ampio giardino e numerosi vani e in qualche caso piscine, che furono confiscate una ventina di anni fa ma sgomberate soltanto nel 2012. A ridosso di questi tre immobili si trovano anche i terreni – sempre confiscati ai Simeoli – che per qualche anno sono stati curati dall’associazione Carabiniere Salvatore Nuvoletta. L’associazione li ha poi riconsegnati al Comune di Marano per gli elevati costi di gestione. Le ville di via Marano-Quarto sono sorte in modo abusivo, tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, e con tanto di allacci idrici illegali alle condotte comunali. Quando l’ente cittadino divenne assegnataria dei beni furono eseguiti anche i necessari distacchi della fornitura. Per anni, insomma, chi ha gestito le strutture confiscate alla camorra ha dovuto fare fronte anche alla mancanza di acqua. Alcune associazioni, alla luce delle difficoltà registrate e degli intoppi burocratici, hanno gettato la spugna e riconsegnato le chiavi.
© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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