Beni confiscati, Napoli e provincia: la metà non utilizzata. Ieri summit in prefettura

0
983 Visite

Si prova ad accelerare sulla gestione dei beni confiscati. Ieri il vicepresidente della Camera Sergio Costa ha incontrato a Napoli il prefetto Claudio Palomba per accendere i riflettori sulla necessità di sostenere le realtà che gestiscono i beni sottratti alla camorra. «Abbiamo avuto un incontro molto proficuo – ha raccontato Costa al Mattino – Ci siamo concentrati su due beni. La Masseria Antonio Ferraioli di Afragola, il più grande della provincia di Napoli, con oltre 12 ettari, e quello affidato alla cooperativa social Ars a Casalnuovo. Questi sono beni che conosco per la mia storia personale, da generale dell’arma dei carabinieri, e sono contento di aver trovato la disponibilità delle istituzioni affinché si possano rilanciare queste attività».

I beni confiscati in Italia sono quasi 20mila, poco meno di 4mila solo in Campania (terza regione d’Italia per numero di strutture sottratte alla malavita). Il 70 per cento, circa 3mila, ricadono sui territori di Napoli – compresa l’area metropolitana – e Caserta. Ma la metà, seppur in capo ai Comuni, non è utilizzata.

E ribadisce: «Con il prefetto abbiamo discusso in particolare di due realtà napoletane (che Costa ha visitato domenica, ndr) perché vivono un momento di difficoltà. Ma è anche vero che ci sono molti beni non ancora assegnati che meritano un’attenzione diversa. Sono convinto che ci voglia una norma generale dello Stato che aiuti e sostenga le associazioni che decidono di intraprendere questo percorso. È simbolicamente importante per lo Stato rimettere questi beni in circuito. C’è un aspetto anche burocratico di cui occuparsi. È un tema che credo riguardi tutti, ma sul quale c’è un’attenzione un po’ flebile».

Il bene di Afragola, sottratto al clan Magliulo che opera in quell’area, è gestito oggi da più associazioni del terzo settore e ospita un orto sociale con più di 300 famiglie impegnate nelle attività quotidiane. Adesso rischia di essere spezzato letteralmente in due a causa della realizzazione di uno svincolo di collegamento tra le autostrade e il megastore Ikea. «All’interno della Masseria Ferraioli si fa educazione ambientale, risveglio civico e orti sociali – ribadisce il numero due della Camera – Vive un periodo buio a causa del “Pon legalità” che non si è ancora sviluppato definitivamente e del progetto dello snodo autostradale con il quale il bene verrebbe spaccato a metà. Ci siamo confrontati con il prefetto che ha ben chiara questa necessità e nel giro di un mese e mezzo dovremmo risolvere finalmente la vicenda. Si sta cercando una mediazione per salvaguardare le necessità di un collegamento stradale dei comuni della zona e quelle di tutela di un bene confiscato».

Nei mesi scorsi era stata anche paventata l’idea di realizzare un canile all’interno della Masseria. Un bene confiscato senza pace, oggetto nel corso degli anni di diverse intimidazioni, furti e minacce da parte dei clan nei confronti delle associazioni che lo gestiscono. Uno dei responsabili ha ribadito tempo addietro di come la volontà della Masseria non sia quella di impedire l’attuazione del progetto dello svincolo autostradale, ma di fare in modo che l’opera non pregiudichi l’esistenza del bene confiscato, che da marzo 2017 ha iniziato il suo percorso.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
  • Fascinated
  • Happy
  • Sad
  • Angry
  • Bored
  • Afraid

Commenti