Marano, scandalo Giudice di Pace. Il re è nudo? Tutti all’attacco del vertice amministrativo dopo la pubblicazione dell’articolo sulla possibilità di rivalersi sui privati. Anche l’ex commissario Greco si inserisce nella querelle

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Giudice di Pace, il re è nudo? Ieri abbiamo pubblicato la notizia – per l’ennesima volta – della possibilità da parte del Comune di potersi rivalere sui privati (che hanno ottenuto, attraverso sentenza, la titolarità di due terzi del Giudice di Pace) dei costi che l’ente a suo tempo spese per la costruzione dell’edificio. Ricordiamo si tratta di fondi europei, circa 1 milione di euro. L’articolo ha sollevato non poche reazioni, tra cui quella dell’ex commissario straordinario del Comune Francesco Greco, che a Marano ha lavorato dal 2016 al 2018.

“Quantificare i costi di costruzione e rivalutazione degli importi alla data odierna. Calcolare sulle somme gli interessi legali e richiedere il corrispettivo. In caso di indifferenza azione giudiziaria per il recupero delle somme e pignoramento di altri beni. Il costante silenzio operativo è indice di opportuno accomodamento”, taglia corto l’ex commissario.

Dopo le parole di Greco, arrivano quelle dell’ex dirigente comunale Luigi De Biase e poi quelle di Franco De Magistris, che nei giorni scorsi pure aveva sollevato il caso con un’intervista rilasciata al nostro portale. “Si sono voluti cercare ad ogni costo capri espiatori per coprire grosse responsabilità e forse in quel tempo anche voi ci siete cascato – argomenta invece De Biase – stavo cercando di arrivare a scoprire qualcosa ma fui fermato, da un giorno all’altro fui spossessato della responsabilità del personale, passandola ad altri che di fatto non potevano rivestire quell’incarico per evidente incompatibilità a monte, questa purtroppo è la realtà”. Nella contesa, con commenti piccati, anche l’ex funzionario comunale Raffaele Carriaggio e il “filosofo” Gennaro Pezzella, un tempo fervente sostenitore dell’attuale sindaco.

Nella stessa giornata, i consiglieri Fanelli e Savanelli hanno protocollato la mozione – da discutere nel prossimo consiglio comunale – che impegnerebbe l’amministrazione Morra a trasferire gli uffici del Giudice di Pace, pagato con i soldi dei contribuenti per una sede per due terzi ormai persa e data ai privati, nei locali comunali del corso Umberto, già oggetto di una delibera di trasferimento della giunta.

Il consigliere De Stefano, invece, mesi prima aveva protocollato un esposto ai carabinieri e alla Corte dei conti per individuare responsabilità che appaiono palesi. Izzo ha invece proposto di trasferire l’ufficio nei locali di palazzo Merolla. Ora bisognerà capire quali siano le vere intenzioni di Morra e del suo esecutivo.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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