Padova, Gugliano, Milano. Vicende storiche legate alla Biblioteca di Gian Vincenzo Pinelli, anni 1601 -1608

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Giugliano, inizio del diciassettesimo secolo, si trovò ad ospitare per circa sette anni, la più
importante biblioteca privata d’Europa. Nel 1601, l’intera collezione formata a Padova da Gian Vincenzo Pinelli, napoletano del patriziato genovese, fu ricevuta in eredità dal nipote, il giovane feudatario di Giugliano, già Gran Cancelliere del Regno di Napoli, Duca Cosmo II Pinelli. Lo zio Gian Vincenzo Pinelli, erudito di fama internazionale, terminati gli studi di formazione giovanile, nel 1558 dalla residenza principale familiare di Giugliano, si era trasferito nella Repubblica di Venezia.

In quel periodo crocevia di intellettuali di tutta Europa, in quanto un periodo di
oscurantismo culturale, assicurava ampia protezione agli umanisti rinascimentali. Dalla dimora di Padova, di via Crosara del Santo, Gian Vincenzo Pinelli era riuscito ad acquistare costosi libri e documenti antichi rarissimi. Le notevoli disponibilità economiche provenivano da una rendita a vita, ricevuta per testamento, dai genitori Cosmo e Clemenza Ravaschieri, titolari della più importante banca del Regno di Napoli, la “Cosmo Pinelli ed eredi Ravaschieri”. La volontà di Gian Vincenzo Pinelli di trasferire i libri a Giugliano non fu casuale. Essa andava ben oltre la nostalgia per gli anni giovanili, rappresentava l’ufficiale investitura del successore, identificato in Cosmo II Pinelli, figlio del fratello maggiore Galeazzo. Della passione del prescelto per la cultura, se ne ebbe riscontro qualche anno dopo. Gli emissari del cardinale Borromeo, intenzionati ad acquistare l’intera biblioteca, dovettero escludere più di 800 libri.

La Duchessa Nicoletta Grillo, vedova del giovane duca, riuscì a dimostrare, come non pochi libri fossero già presenti nel palazzo castello di Giugliano. La prima parte di questo trasferimento riguarda Padova, capitale culturale delle Repubblica di Venezia; e Giugliano, feudo autonomo di un territorio regio. Ricevuta notizia della volontà testamentaria, Cosmo II Pinelli, subito si adoperò per organizzare il trasferimento dei libri,
entusiasta di portare questa ricca collezione nel Regno di Napoli. Suo referente testamentario era stato nominato il sacerdote Paolo Gualdo, in vita amico fraterno di Gian Vincenzo Pinelli. L’arciprete della Cattedrale di Padova consigliò il trasferimento via mare. Per evitare una possibile perdita completa di tutta la biblioteca furono di disposte 130 casse, caricate su tre navi leggere, destinazione il porto pugliese di Fortone. In loco, un vecchio amico del Gualdo, il vicentino Girolamo Velo, vescovo di Larino (Campobasso) aveva già predisposto il trasporto via terra con destinazione Giugliano. Il trasporto via mare avvenne nella primavera del 1602 e come temuto da Cosmo II Pinelli, il viaggio risultò alquanto catastrofico. A largo di Ancona, una delle imbarcazioni finì infatti preda di banditi saraceni, i quali prelevarono 22 casse e gettarono in mare altre undici casse, forse perchè delusi da una ricerca infruttuosa. Di quelle portate via, grazie all’intervento del
Cardinale di Ancona Ottavio Bandino, buona parte furono restituite, dietro riscatto. Le sorprese

però per il giovane feudatario di Giugliano non erano ancora terminate. All’arrivo delle casse superstiti scoprì che non corrispondevano a quanto inventariato. Il Consiglio dei dieci della Repubblica di Venezia aveva sequestrato molti documenti, attinenti a interessi della Repubblica, in campo finanziario e militare, in quest’ultimo caso riguardanti soprattutto la guerra contro i Turchi. Tale circostanza fece aumentare i sospetti di un saccheggio pilotato, di quanto accaduto in precedenza nel mare Adriatico. Cosmo Pinelli II, alquanto infastidito da questa decisione della Repubblica di Venezia, decise di partire per Padova, convinto che la sua presenza avrebbe sbloccato subito la situazione. Nulla faceva presagire del pericolo, cui stava andando incontro. Tanto che pensò di cogliere l’occasione della trasferta, per fare tappa a Genova. Occasione utile per accontentare la moglie Nicoletta Grillo, che dal matrimonio contratto a sedici anni, mai aveva fatto più ritorno nella città natale. Purtroppo tale viaggio gli risultò fatale. Il 3 novembre del 1602 morì in circostanze molto simili ad un avvelenamento. I libri conservati a Giugliano andarono così in
eredità al figlio di otto anni Galeazzo Francesco.

Tale circostanza indusse il Cardinale milanese Federico Borromeo a fare una proposta di acquisto. Proprio in quegli anni aveva deciso di dar vita a Milano ad una prestigiosa biblioteca. Il Cardinale milanese conosceva molto bene la collezione di libri, in quanto più volte e con grande soddisfazione aveva esaudito le sue ricerche, rivolgendosi a Gian Vincenzo Pinelli. Il primo sondaggio tra gli eredi avvenne nel 1603, anche se una vera e
propria trattativa per l’acquisto si consolidò solo nel gennaio del 1607, stante la riottosità iniziale della Duchessa Grillo, tutrice del figlio erede Galeazzo Francesco. A tal fine, per una valutazione congrua della collezione fece giungere a Giugliano il su uomo di fiducia, lo scrittore Grazio Maria Grazi. Il 9 gennaio 1607, quest’ultimo scriveva al cardinale Borromeo, dal Palazzo dei Pinelli a Giugliano, una lettera in cui gli descriveva per sommi capi il contenuto della collezione. Il Cardinale Borromeo per chiudere la trattativa che andava per le lunghe fece intervenire finanche il papa e il Vicerè di Napoli. Solo allora l’emissario locale prescelto, l’avvocato napoletano Fabio Leuco, riuscì a concludere l’acquisto. La vendita avvenne nel 1608, per una somma tutto sommato relativamente bassa, 3.050 scudi. La raccolta dei libri rinchiusi di nuovo in settanta casse, caricate
sopra nove carri, partirono per il loro secondo viaggio, direzione Milano. Ancora oggi risultano essere la parte più cospicua della Biblioteca Ambrosiana che tutti noi conosciamo.

BIBLIOGRAFIA PRINCIPALE
1) Vita Ioannis Vincentii Pinelli di Paulo Gualdo ,1612, Augusta Vindelicorum.
2) Contributo a uno studio sulla Biblioteca di Gian Vincenzo Pinelli, di Adolfo Rivolta,
1914.Artigianelli Editrice Monza.
3)Federico Borromeo ed Ericio Puteano Cultura e Letteratura a Milano agli inizi del Seicento, di
Roberta Ferro,2007. Biblioteca Ambrosiana.
4) Traicté des plus belles bibliothèques publiques et particulieres qui ont esté, & qui sont à présent
dans le monde. Lovys Jacob,1644.

Dott. Arturo D’Alterio

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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