Ancora dal verbale sottoscritto dal maggiore (oggi colonnello) Salvatore Sferlazza, negli anni scorsi a capo del reparto anticrimine di Napoli. Verbale riferito alle dichiarazioni rese dall’ex sindaco Mauro Bertini, oggi imputato per concorso esterno al clan Polverino e corruzione aggravata, in un processo che si celebra a Napoli nord. Bertini, già ascoltato dai Ros nelle settimane successive alle indagini sull’area Pip (processo concluso mesi fa), contatta i carabinieri con i quali fissa un appuntamento a casa sua. Vuole parlare con Sferlazza per riferirgli cose che potrebbero essere utili alle indagini. L’incontro si tiene il 6 febbraio del 2016 a Villaricca, nell’immobile di proprietà della compagna dell’ex sindaco.
Sferlazza: “Ma le persone, i soggetti chiave all’interno del Comune, parliamo di ufficio tecnico, protocollo, qualsiasi altra cosa che, secondo quello che lei sa, hanno favorito con varie condotte…
Bertini: “Allora, in generale, tutti, non c’è nessuno al Comune di Marano, a meno che non sia maranese, che poi ci siano alcuni che vengono da fuori, non lo so, che non sia bene o male disponibile o sia stato disponibile…abbia favorito. Salvo oggi Paolo Cerotto (ex funzionaria ufficio tecnico, ndr) e Chiara Romano (ex dipendente ufficio tecnico, ndr), che è arrivata in questi giorni. Tutti gli altri….Insomma se arriva una richiesta da parte di uno di loro si mettono a disposizione alla grande, a disposizione vuol dire anche disponibili a fare atti che possono essere non leciti…questo è un dato di fatto, che però, essendo un dato di fatto, permea un po’ tutto e non c’è niente in particolare che…”
Sferlazza: “Ma non c’è stata una figura che..”
Bertini: “Armando Santelia, cioè se c’era…all’epoca in cui c’era Armando Santelia…per quanto io lo avessi chiamato personalmente perché aveva lavorato con noi nell’azienda (comunità artigiana, ndr), che io gestivo prima di fare il sindaco…e quindi io ritenevo potesse…lui era completamente asservito alla….ai rapporti con questa gente…”
Sferlazza: “Che lei sappia il clan aveva una persona…cioè chi proprio del clan diciamo maggiormente si affacciava al Comune per poi eventualmente dare direttive o comunque chiedere che poi si intervenisse su questo settore…su questo aspetto e così via…”
Bertini: “Cioè sicuramente più di uno…per esempio Oliviero Giannella (condannato in primo grado processo Pip, ndr), l’ingegnere Giannella, una persona preparatissima sul piano tecnico ma è l’uomo dei Polverino che tiene e ha tenuto sempre legami…portava lui gli ordini..sicuramente Giannella, questo è un altro uomo che penso”..
Sferlazza: ….”Toratto”,,,,
Bertini: “Chi?”
Sferlazza: Toratto Salvatore, figlio del latitante…Salvatore Polverino, il latitante Antonio, il figlio Salvatore (il riferimento è a Zi Totonno, poi arrestato un anno dopo, ndr). Toratto non le dice niente”.
Bertini: “No il figlio di Polverino non lo conosco”.
Sferlazza: “E quindi altre figure, altre figure che diciamo…sono intervenute? ciòè proprio della criminalità organizzata?”.
Il discorso scivola poi sull’azienda Giustino, una di quelle che presentò una manifestazione di interesse per il Pip (non partecipò però alla gara, ndr). Sferlazza chiede il motivo per cui Giustino non si presentò alla gara.