Area Pip Marano: il Tar boccia (nel merito) l’operato del Comune, che aveva annullato l’agibilità di un capannone

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Importante sentenza della terza sezione del Tar, che pronunciandosi nel merito – su istanza dei legali della società Iniziative industriali (concessionaria appalto Pip) e dei legali della vetreria Santoro srl – ha annullato il provvedimento amministrativo (datato 2016) con il quale il Comune di Marano aveva dichiarato inagibile il capannone di cui risulta concessionaria l’azienda di cui sopra.

Il Comune di Marano, come si ricorderà, in quel periodo eseguì una serie di verifiche nell’area industriale, già all’epoca oggetto di polemiche, ancor prima degli approfondimenti e delle indagini svolte dalla Procura di Napoli. Il capannone in cui ha sede la Vetreria Santoro fu dichiarato inagibile poiché agli atti risultava sprovvista di Scia per alcune modifiche apportate nel deposito. La Iniziative industriali, ovvero la società dei Cesaro oggi in regime di custodia giudiziaria, negava tale assunto e ribadiva che la Scia era stata regolarmente presentata in data 22/11/2011 e in altre occasioni. Il Comune rilevava che era state apportate delle modifiche e che le stesse erano da considerarsi come difformità volumetriche. L’ente cittadino (il funzionario Cerotto aveva firmato una specifica relazione sul complesso industriale e sulle anomalie rilevate) pertanto revocava l’agibilità e intimava la chiusura della struttura.

Già in sede di Tar, in prima battuta, ovvero in fase di istanza di richiesta di sospensiva, i giudici amministrativi accoglievano l’istanza delle parti. Ora nel merito il Tar stabilisce che il provvedimento del Comune era sproporzionato e non supportato dai fatti, in quanto la Scia sarebbe stata regolarmente presentate e le difformità rilevate non avrebbero inciso sulle volumetrie complessive dello stand oggetto dei controlli. I giudici sottolineano, inoltre, che la Scia era stata effettivamente protocollata, sia nel 2011 che in una fase successiva, ovvero nel 2017, ma soprattutto che le modifiche effettuate erano “di modesta entità” e non potevano pertanto giustificare il provvedimento di chiusura né tanto meno l’annullamento dell’agibilità.

Parte dei rilievi evidenziati in quel periodo dall’ufficio tecnico sono finiti anche nel corposo fascicolo dell’indagine poi sfociata in un processo penale che si celebra a Napoli nord.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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