I tre napoletani scomparsi in Messico furono “venduti per 43 euro”

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Due agenti della polizia municipale di Tecalitlan, cittadina messicana della regione di Jalisco, sono stati condannati per la scomparsa dei cittadini italiani Raffaele Russo, Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, dei quali non si hanno più tracce dalla fine di gennaio del 2018.

Nel processo era imputata anche un’altra poliziotta, che però, trovandosi in stato di libertà, si è allontanata dal tribunale prima della fine dell’ultima udienza e si è resa irreperibile. Ora è ricercata ma poiché in Messico la legge non prevede che siano emesse sentenze in contumacia, i giudici hanno dovuto stralciare la sua posizione. Quando verrà catturata, il tribunale si esprimerà anche nei suoi confronti.

Giunge quindi a una prima verità giudiziaria la vicenda dei tre italiani – tutti di Napoli e imparentati tra loro – che erano andati in Messico per vendere generatori elettrici di fabbricazione cinese e di scarso valore, e non sono più tornati a casa, né si è mai saputo nulla della loro sorte.

Mai ritrovati i loro corpi, ma dal lavoro investigativo portato avanti dalla «fiscalia» (l’ufficio giudiziario corrispondente alla nostra Procura) di Jalisco emerge con chiarezza che a decidere la sparizione di Raffaele Russo, 60 anni, suo figlio Antonio (25) e il nipote Vincenzo (29) fu il cartello criminale denominato Jalisco Nueva Generation, attualmente il più potente nel narcotraffico, e che i poliziotti incriminati avrebbero svolto soltanto un compito di manovalanza. Oltre ai due condannati e alla donna latitante, fu arrestato anche un altro agente, che però è morto in carcere prima che iniziasse il processo. Incriminati, ma mai arrestati perché avevano già fatto perdere le proprie tracce, anche tre loro colleghi e il capo della stazione di polizia di Jalisco all’epoca dei fatti.

Dopo l’arresto tutti hanno confessato di aver ceduto i rapiti al boss del cartello di Jaslisco, Josè Guadalupe Rodriguez Castillo, detto el Quince o don Lupe, che li avrebbe ricompensati pagando per ognuno dei napoletani una cifra pari a 43 euro. Perché il boss volesse la loro sparizione, però, non si sa. Si ipotizza che possa essersi trattato di una punizione per una truffa collegata proprio alla vendita dei generatori, ma non c’è nessuna certezza.

E non sarà sicuramente el Quince a rivelare la verità. Ricoverato in ospedale dopo essere stato ferito in una sparatoria, il boss è stato portato via dai suoi uomini che hanno poi diffuso la notizia che fosse morto. Ma gli investigatori nutrono molti dubbi in proposito e sospettano che il capo dei narcos stia soltanto cercando di far allentare la pressione nei suoi confronti e di cambiare identità per continuare a gestire meglio i suoi affari.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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