Mafia, politica e imprenditoria: tutte le dichiarazioni dei pentiti su Simeoli, Bertini e sullo scenario criminale

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Politica, affari immobiliari e clan. L’inchiesta dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, culminata con gli arresti (ai domiciliari) di Mauro Bertini e Angelo Simeoli, trae origine dall’inchiesta Pip, integrata da altre vicende (Palazzo Merolla e Galeota), dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, dalle dichiarazioni rese dai fratelli Cesaro e Antonio Di Guida, tutti ai domiciliari e accusati di concorso esterno in associazione mafiosa, ed è corroborata, naturalmente, dalle dichiarazioni rese nel corso degli anni da tanti pentiti.

“Oggi più che mai è chiaro – evidenziano i magistrati – che il malaffare di Marano si aggancia alle speculazioni edilizie, all’attuazione del piano regolatore e ai successivi legami tra politici, immobiliaristi e criminalità organizzata. La presente richiesta di misure cautelari si fonda su due capisaldi:
– i rapporti tra BERTINI Mauro, SANTELIA Armando ed i cugini SIMEOLI-
– tre grandi speculazioni edilizie – oltre a quella di via Casalanno già
oggetto di altro procedimento – che li vede coinvolti: il PIP, Palazzo Merolla, Masseria Galeota.

“Prima di procedere ad illustrare il materiale probatorio raccolto dalla Polizia giudiziaria – si legge nell’ordinanza – risulta utile richiamare in questa sede le dichiarazioni dai collaboratori di giustizia di area maranese che consentono di delineare sia il ruolo dei cugini SIMEOLI in seno al consesso camorristico dei NUVOLETTA/POLVERINO, sia i collegamenti in chiave criminale tra i due cugini imprenditori a Mauro BERTINI, all’epoca in cui questi ha rivestito l’incarico di Sindaco di Marano di Napoli. Si ribadisce la datazione delle dichiarazioni è fondamentale per comprendere che il
sistema criminale a tre punte – imprenditoriale/ Simeoli- camorristico /Nuvoletta-
Polverino – politico amministrativo – Credentino- Iacolare/Bertini- era operativo fin dagli
anni 90”.

I collaboratori:

IZZO Salvatore: Nel verbale del 3.11.2010, IZZO designa le (diverse) imprese dei cugini SIMEOLI come entità aggregate in un gruppo familiare-economico composto da SIMEOLI Angelo detto BASTONE e SIMEOLI Antonio detto CIAULONE con i relativi figli.
I SIMEOLI vengono inquadrati come un’entità che era riuscita, nel mutare degli
scenari criminali maranesi, ad “assicurarsi una certa indipendenza”, potendo
contare – così come altri “gruppi indipendenti’ – sul sostegno finanziario prima dei
Nuvoletta, quindi dei Polverino.

In precedenti interrogatori IZZO aveva già asserito che Angelo NUVOLETTA gli aveva specificamente parlato, non solo di Angelo ma anche di Antonio SIMEOLI, visto che, “quando mi diceva degli interessi della famiglia SIMEOLI e dei legami con i NUVOLETTA, faceva espresso riferimento ai suddetti Angelo e Antonio chiamandoli con i soprannomi sopra indicati”.

SPERANZA Salvatore era capozona del comune di
Qualiano (NA) per conto di NAPPO Pietro, alias PIETRO ‘A MAFIA, apicale dell’omonimo
gruppo egemone all’epoca contrapposto al clan MALLARDO, storicamente attivo a
Giugliano in Campania.
Nel verbale del 1.4.2019 SPERANZA Salvatore, confermando precedenti dichiarazioni
riferisce: “La S.V. mi chiede se ho avuto rapporti con SIMEOLI Angelo, le rispondo
che ho già reso dichiarazioni su Don Angelo, costruttore di Marano, già
all’epoca molto legato ai POLVERINO. Era il gestore del patrimonio dei
POLVERINO, era quello che si presentava dai professionisti, dagli avvocati
e dai politici mentre i NUVOLETTA prima ed i POLVERINO poi avevano i
rapporti con i criminali. Ho già riferito dei rapporti di SIMEOLI Angelo e la politica in
particolare con le amministrazioni comunali locali. Con riferimento a
Qualiano il predetto venne da me a chiedermi di sostenere la candidatura di
Onofrio (non indagato, ndr) poi eletto come assessore. Il SIMEOLI si legò all’Onofaro al quale diede anche l’amministrazione del parco SIMEOLI di Qualiano.
SIMEOLI Angelo, mi riferisco solo ad Angelo quando parlo di SIMEOLI, in
quegli anni ha costruito moltissimo sia a Qualiano che a Marano.
La S.V. mi chiede come faccio a dire che SIMEOLI Angelo era il depositario
dei soldi di POLVERINO, Le rispondo che io ho comandato per oltre un
decennio a Qualiano e mi occupavo di tutto, dalla droga alle estorsioni, alle
costruzioni e mai abbiamo pensato di chiedere tangenti sui cantieri che
SIMEOLI Angelo aveva a Qualiano perché non si poteva toccare proprio
perché era la faccia imprenditoriale del clan POLVERINO che in quegli anni
stava sostituendo piano piano i NUVOLETTA. La S.V. mi chiede se ho conosciuto anche Antonio SIMEOLI,  rispondo di no in quanto ho sempre avuto solo rapporti con Angelo
SIMEOLI. Il mio gruppo all’epoca faceva parte della N.C.O., quelli di Marano
erano collegati alla mafia siciliana: Don Angelo SIMEOLI era uno dei tre
capi che comandava a Marano insieme a Peppe POLVERINO ed al fratello
di Lorenzo NUVOLETTA, anche lui a nome di Angelo. Ovviamente
sovvenzionavano anche la mafia siciliana nella misura in cui vi erano
accordi con i maranesi …”

TIPALDI Massimo:_
TIPALDI Massimo, già organico al clan Nuvoletta è attualmente detenuto per omicidio.
La sua collaborazione ha superato più volte il vaglio della attendibilità: le sue dichiarazioni
sono state utilizzate in plurimi processi tutti conclusi con condanna degli imputati e per lui
con il riconoscimento del contributo reso.

Nell’interrogatorio del 3 aprile 1999 TIPALDI precisava:
“I SIMEOLI che erano direttamente legati a NUVOLETTA, ma oggi sono legati più
direttamente a POLVERINO, pianificano per conto dell’intero gruppo le più grosse opere
edilizie che si svolgono nel territorio di Marano”.
Sempre nel corso del medesimo interrogatorio, TIPALDI così si esprime sul conto di
Mauro BERTINI, già titolare della ditta Comunità Artigiana: Vengo richiesto se tra le imprese legate ai NUVOLETTA vi sia anche la Comunità Artigiana di Marano. Rispondo dicendo che la Comunità Artigiana di Marano appartiene al sindaco BERTINI che è una sola cosa con i NUVOLETTA – POLVERINO, in quanto egli garantisce al gruppo i grandi affari e le lottizzazioni in particolare, che come ho già detto sono congiuntamente gestiti dall’intero clan. Il gruppo NUVOLETTA è intervenuto nella elezione di BERTINI boicottando il suo rivale, CAVALLO Pasquale, che pure era stato inizialmente appoggiato nel primo turno di voto delle ultime elezioni comunali. In altri termini, nel primo turno, il BERTINI venne appoggiato dal clan POLVERINO ed il CAVALLO dal clan NUVOLETTA. Prima del ballottaggio vi fu un accordo tra i due gruppi, nel senso che a dover essere eletto doveva essere BERTINI…omissis… Il controllo del voto su Marano è assicurato tramite i SIMEOLI che essendo titolari di enormi imprese di costruzione, assicurano posti di lavoro in cambio dell’appoggio elettorale…omissis.

Nel corso dell’interrogatorio del 5.5.1999 TIPALDI ribadiva le circostanze sopra segnalate:
“omissis… Il Tipaldi riferisce che in relazione alle elezioni aventi ad oggetto la nomina del
Sindaco di Marano, l’attuale Sindaco Bertini inizialmente era appoggiato solo dai
Polverino, mentre nel periodo del ballottaggio si raggiunse pieno accordo tra i
NUVOLETTA e POLVERINO sul nome di Bertini. Nell’organizzazione si diceva che dietro
questa scelta vi era un accordo finalizzato alla concessione illecita di licenze edilizie da
parte del Bertini in favore dei gruppi sopra indicati…omissis”.

Nell’interrogatorio del 10.4.1999 TIPALDI ribadiva l’indicazione dei SIMEOLI come
imprenditori attraverso i quali i clan NUVOLETTA – POLVERINO esercitavano il controllo
diretto dell’edilizia, tanto da esonerare i due sodalizi dalla pratica delle estorsioni a
tappeto:“A.D.R. Le estorsioni non sono praticate in Marano in quanto l’intero settore
dell’edilizia è direttamente controllato dai NUVOLETTA – POLVERINO, attraverso
NOCERA Pietro (non indagato, ndr), D’ANANIA (non indagato, ndr) e i SIMEOLI.”
Ancora nel verbale del 26.4.2007 TIPALDI ribadisce che i SIMEOLI “hanno costruito il
90% di Marano di Napoli” e li identifica come un proprio gruppo camorristico dedito
essenzialmente all’attività edilizia e al reinvestimento dei relativi profitti nei traffici di drogae nel contrabbando e che si avvaleva dei reparti militari degli altri due gruppi (ma
soprattutto dei POLVERINO) per affermare il proprio dominio sul mercato:
“ADR. Conosco la famiglia SIMEOLI, in quanto rappresenta un clan camorristico operante
nella zona di Marano di Napoli, del napoletano e anche fuori da detta provincia anche se
non so specificare dove. Angelo SIMEOLI controlla la quasi totalità dell’edilizia di Marano, insieme a POLVERINO detto “ ZI TOTONNO”, ANGIOLOTTO ovvero Angelo NUVOLETTO, il quale faceva da congiunzione fra i predetti e il clan NUVOLETTA.
In questo modo avevano la possibilità di decidere dove e cosa costruire, chi poteva
costruire, chi assumere e quindi condizionare tramite il loro potere e i loro favori
anche le elezioni. I soldi guadagnati con l’attività edilizia reinvestiti in droga e
contrabbando e a loro volta i proventi di questi ultimi traffici venivano reinvestiti
nell’edilizia, creando un flusso continuo di denaro fra l’edilizia e detti traffici illeciti.
….omissis…Quello che posso dire è che il 90 per cento di Marano è stato costruito dai
SIMEOLI…”

Ancora nell’interrogatorio reso in data 21.4.1999, TIPALDI dichiarava:
“omissis… A.D.R. In ordine alle estorsioni debbo dire che nel settore dei lavori edilizi non
vengono sostanzialmente effettuate in quanto i NUVOLETTA-POLVERINO, soprattutto
attraverso i fratelli Simeoli, controllano l’intero settore. Tutta l’edilizia a Marano è gestita
dai Nuvoletta, dai Polverino e dai Simeoli, questo in particolare per tutti i lavori più
importanti. Questi ultimi, infatti, ottengono in appalto tutti i lavori più rilevanti e pertanto non vi è alcun bisogno di effettuare estorsioni. Proseguendo nella sua esposizione in merito agli imprenditori che unitamente ai cugini
SIMEOLI (e non fratelli come erroneamente indicato dal collaboratore) si suddividevano i
lavori sul territorio sotto l’egida dei NUVOLETTA/POLVERINO, TIPALDI indicava anche
l’impresa che all’epoca faceva capo al Sindaco in carica ovvero Mauro BERTINI:
“omissis… A.D.R. Altri imprenditori che fanno direttamente capo all’organizzazione sono
NOCERA Pietro e D’ANANIA Gennaro. Così come già riferito in ordine alla Comunità
Artigiana di Marano facente capo all’attuale Sindaco Bertini. Lavori minori vengono
effettuati anche da tale Infantocci (non indagato, ndr) e da tale Iorio (non indagato, ndr). A.D.R. Non mi occupavo io direttamente
dei rapporti che queste persone avevano con i vertici dell’organizzazione….omissis”.
Tali dichiarazioni trovano riscontro già nel proc. pen. n. 46375/01 nel quale risulta
imputato tra gli altri, D’ANANIA Gennaro 10 , imprenditore edile maranese, e BERTINI
Mauro, accusato di due episodi di corruzione, per avere in qualità di Sindaco di Marano
agevolato il D’ANANIA ed al cugino di questi D’AVINO Carlo, in relazione al rilascio di
alcune autorizzazioni urbanistiche da parte dell’UTC di Marano.
Tale vicenda giudiziaria, che si concludeva con l’assoluzione di Mauro BERTINI,
documentava tuttavia – grazie alle attività di intercettazione a carico di D’ANANIA Gennaro
per la cattura del cugino BACCANTE Luigi, detto Maurizio, responsabile omicidio SIANI –
lo stretto legame esistente tra il D’ANANIA e l’allora Sindaco di Marano Mauro BERTINI, il
quale, alla luce dei comuni affari che gli stessi conducevano attraverso le rispettive
imprese edili, riceveva in prestito una sostanziosa somma di denaro (70 milioni delle
vecchie lire, ndr) dal medesimo D’ANANIA.

D’ANANIA Gennaro, è anche il suocero di Sarappo Mario, affiliato al clan Orlando ed é cugino di BACCANTE Maurizio condannato per l’omicidio Siani.
Significativa – spiegano i magistrati – è la circostanza accertata dal ROS che SANTELIA Armando dal 18.7.1998 fino al 2007 ha svolto le funzioni di responsabile tecnico dell’impresa edile CEVI COSTRUZIONI soc. Coopertiva di Produzione e Lavoro, con sede legale in Mugnano di Napoli via Rossini n. 2. La ditta in esame, costituita in data 22.11.1990 e definitivamente cancellata dalla C.C.I.A.A. di Napoli in data 2.4.2007, è risultata essere amministrata, almeno fino al 2003 dal predetto D’ANANIA Gennaro, il quale ha ricoperto fino a quella data l’incarico di presidente del consiglio di amministrazione e successivamente l’incarico di direttore tecnico fino alla cancellazione della medesima impresa. Tale antefatto ben si coniuga con il ruolo assunto da SANTELIA che, in data 30.1.2001, con decreto sindacale n. 3 dell’allora Sindaco Mauro BERTINI, veniva nominato dirigente, a tempo determinato, del settore LL.PP. del Comune di Marano di Napoli, incarico che ricoprirà fino al termine del mandato della Giunta BERTINI (2006, ndr) ed ancora per
qualche mese sotto la Giunta PERROTTA, subentrata nel giugno 2006.
Nello stesso periodo temporale, BERTINI Mauro nominerà SANTELIA Armando
responsabile anche del settore urbanistica, per poi promuoverlo a responsabile dell’intera
Area Tecnica del Comune di Marano.
Dunque SANTELIA Armando veniva assunto al comune di Marano di Napoli da BERTINI
Mauro, con un incarico “fiduciario”, benché contemporaneamente ricoprisse il ruolo di
responsabile tecnico in una delle imprese edili di D’ANANIA Gennaro, imprenditore, che,
come detto, è contiguo alla camorra maranese
Tale premessa, necessaria a comprendere i rapporti che legano BERTINI Mauro a
quell’imprenditoria collusa con la camorra quanto meno dalla seconda metà degli anni 90 –
si arricchisce ulteriormente con l’interrogatorio del 16.4.2003 nel corso del quale il
collaboratore TIPALDI, riferendo delle cointeressenze di POLVERINO Giuseppe con
l’impresa di calcestruzzi CA.FA. 90 12 – confiscata con decreto n. 227/96 del 24/5/96 del
Tribunale di Napoli e confermato con decreto della Corte di Appello di Napoli n. 102/01 del
14/12/2000 – precisava che il predetto esponente mafioso, in relazione alle commesse edili
appaltate dal comune di Marano, aveva rapporti diretti con l’allora Sindaco Mauro
BERTINI con il quale interloquiva attraverso un suo emissario:
“omissis… Rammento che, dopo la scarcerazione di mio cugino, Peppe Polverino aveva
acquistato la CAFA 90 dal figlio di Lorenzo Nuvoletta, detto ‘o Chiatto, in quanto gli
esponenti del clan ritenevano che egli non era in grado di gestirla. Ciò aveva determinato il
risentimento di mio cugino 13 il quale, uscito dal carcere, aveva trovato la situazione molto
diversa da come l’aveva lasciata, e soprattutto aveva visto Peppe Polverino di fatto
prendere quello che era stato il suo posto.
Tra le cose che facevano irritare mio cugino era il fatto che Polverino conducesse la sua
latitanza nella zona di S. Rocco, in località Salice, nei pressi della CAFA 90, in una
masseria che apparteneva alla sorella di tale Pippavecchia di Quarto, dove egli era stato
in passato latitante.

“Seppi da mio cugino che il cognato di Pippavecchia, ovvero il marito della sorella che
ospitava Polverino, veniva da questi inviato dal sindaco Bertini con varie richieste in favore
della CAFA 90, e pertanto nel settore edilizio….omissis”.
Anche tali indicazioni di TIPALDI consentono di tracciare rapporti, chiaramente per
interposte persone, tra il capo clan POLVERINO, oggi detenuto in regime di cui all’art. 41
bis O.P., e Mauro BERTINI nel periodo temporale in cui questi era sindaco del comune di
Marano.

VERDE Domenico
Affiliato e braccio destro di Polverino Giuseppe che aveva affiancato anche nel periodo dei
traffici di droga in Spagna, VERDE Domenico, nell’interrogatorio dell’11 gennaio 2010,
parla di aziende “anche di grosse dimensioni” interamente finanziate da POLVERINO
Giuseppe”. …“Mi riferisco, ad esempio, – dice il collaboratore – alle aziende che fanno
capo a CARPUTO Carmine detto o’ piccirillo (non indagato, ndr), a SIMEOLI Angelo detto Bastone, a SIMEOLI Antonio detto Ciaulone”.
Nel successivo verbale dell’11 febbraio 2010 amplia il dichiarato sul gruppo
imprenditoriale SIMEOLI che VERDE inquadra come un aggregato attraverso il quale “il
clan POLVERINO effettua il riciclaggio e il reimpiego dei proventi dell’attività
criminale e in particolare del traffico di droga” e ne indica i componenti in SIMEOLI
Angelo detto BASTONE che – dice il collaboratore – “saprei riconoscere in foto poiché lo
conosco benissimo in quanto, non solo siamo dello stesso paese, ma ci ho anche avuto
personalmente a che fare”; SIMEOLI Antonio detto CIAULONE “che saprei
riconoscere in foto per averci avuto a che fare anche personalmente… omissis..
…omissis… Oltre a questi soggetti che fanno parte del nucleo familiare SIMEOLI, devo in questa sede necessariamente fare riferimento anche a POLVERINO Antonio, detto ZIO TOTONNO, in quanto egli è elemento di spicco nel settore imprenditoriale e delle costruzioni,
direttamente collegato ai SIMEOLI per tale ultimo settore
…omissis…
A.D.R.:- Ho detto che i miei primi ricordi dell’attività imprenditoriale di SIMEOLI
Angelo detto BASTONE furono l’acquisto dei terreni mediante le provviste del clan;
a tanto aggiungo che, ovviamente, anche l’acquisto dei terreni fu deciso dal clan
POLVERINO nel senso che era il clan a imporre il prezzo di acquisto di tali terreni.
Quando, in questo contesto, parlo di clan POLVERINO mi riferisco specificamente a
POLVERINO Antonio detto ZIO TOTONNO e a POLVERINO Giuseppe detto PEPPE
‘O BARONE
“Alla fine degli anni 80 o all’inizio degli anni ‘90, SIMEOLI Angelo detto BASTONE
cominciò ad acquistare terreni con i soldi del clan POLVERINO. Dico ciò, non solo perché
di tale circostanza ho poi avuto la conferma dall’interno dell’organizzazione criminale clan
POLVERINO, ma anche perché SIMEOLI Angelo detto BASTONE non aveva alcuna
possidenza familiare che giustificasse la possibilità di effettuare investimenti di una certa
entità”.
La capacità di Bastone di entrare in rapporti d’affari con i POLVERINO ha una spiegazione
nel nome del fratello, il defunto Mattia SIMEOLI definito da VERDE come un
“personaggio nella storia della camorra… un camorrista di enorme spessore
criminale, a contatto con le organizzazioni mafiose siciliane e in stretti rapporti con
NUVOLETTA Lorenzo”.
Negli anni ’80 Mattia SIMEOLI occupava – con Lorenzo NUVOLETTA, Angelo
NUVOLETTA e Ciro NUVOLETTA – le posizioni apicali di quel clan. In quell’epoca il clan NUVOLETTA era dedito soprattutto alle estorsioni e ad attività che il
collaboratore qualifica di sfruttamento imprenditoriale, condotte in maniera talmente
intensiva da garantirgli il controllo di “interi settori economici”, come quello dell’edilizia,delle forniture ospedaliere, dei servizi agli enti pubblici; Mattia SIMEOLI non aveva una propria impresa di costruzioni ma controllava il settore dell’edilizia attraverso l’impresa del fratello Angelo BASTONE. Anche i POLVERINO che sostituirono i Nuvoletta, si avvalsero da subito di Angelo BASTONE che ne costituì la faccia pulita, in quanto, a differenza del fratello Mattia, non si era mai macchiato di crimini di sangue;
Angelo SIMEOLI coniugava in se due condizioni favorevoli. Gli esordi – ribadisce il collaboratore – furono segnati dall’acquisto di alcuni terreni mediante “le provviste del clan” e i Simeoli – Angelo ed il cugino Antonio Ciaulone-
divennero “il braccio imprenditoriale di POLVERINO Antonio detto ZIO TOTONNO e
POLVERINO Giuseppe detto PEPPE ‘O BARONE”. Ciò non ha impedito ad Angelo BASTONE di fare affari con i giuglianesi del clan
MALLARDO e con i Casalesi: il collaboratore ricorda una grossa speculazione immobiliare
fatta da Angelo SIMEOLI a Lago Patria, con l’accordo appunto dei giuglianesi e dei
casalesi, riferitagli da Giuseppe POLVERINO in persona, nella primavera del 2009,
durante la sua latitanza in Spagna [si tratta della realizzazione del complesso DOMITIA
VILLAGE di Castelvolturno realizzato dalla omonima società di Simeoli Angelo con
esponenti del clan dei casalesi – [cfr. RAG allegato e dichiarazioni rese da Vassallo
Gaetano e Froncillo Rosario depositate in atti].
VERDE afferma di avere più volte incontrato in occasioni qualificanti sia SIMEOLI Antonio
detto CIAULONE che SIMEOLI Angelo detto BASTONE: “gli appuntamenti che noi del
clan POLVERINO facevamo con POLVERINO Giuseppe, allorquando egli era latitante”.
Appuntamenti che avevano la finalità – dice VERDE che vi partecipava con cadenza quasi
quotidiana – di aggiornare il capo “di tutti gli affari del traffico di droga che egli controllava
attraverso la mia persona”: a questi incontri – che avevano luogo nei casolari di campagna
disseminati nelle zone di Marano, Quarto, Pozzuoli – presenziavano “gli imprenditori di
riferimento del clan” e tra questi Antonio CIAULONE e Angelo BASTONE, oltre che
Carmine CARPUTO e Raffaele SPASIANO.

DI LANNO Biagio
E’ stato, fino alla scelta collaborativa, un importante affiliato al clan Polverino agendo in
strettissima collaborazione con Cerullo Sabatino, alias “Ciccio pertuso”, uno dei
luogotenenti di Polverino Giuseppe, con il quale si occupava principalmente della raccolta
del “pizzo” dalle ditte edili impegnate nei lavori sul territorio e dei carichi di droga importati
dal clan. Anche DI LANNO riferisce sui SIMEOLI indicandoli come i costruttori di POLVERINO
Giuseppe detto ‘O BARONE”.
Significative le sue dichiarazioni su SIMEOLI Antonio Ciaulone nei verbali collaborativi
depositati in atti cui si rinvia, ricordando che Simeoli Antonio è stato condannato per 416
bis c.p. con il clan Polverino.
DI LANNO delinea anche il profilo di Angelo SIMEOLI detto BASTONE, figura parallela a
CIAULONE: “Riconosco nella foto Angelo SIMEOLI detto “BASTONE” che, come ho già riferito poco sopra è unitamente a SIMEOLI Antonio un altro costruttore legato a POLVERINO Giuseppe. Anche come già riferito con riferimento a CIAULONE anche con Angelo SIMEOLI i contatti e gli incontri con Giuseppe POLVERINO o persone da questi delegate nei periodi di latitanze o periodi di detenzione erano frequentissimi e sempre attinenti agli investimenti del Clan nel settore edilizie. In numerosissime occasioni ho accompagnato CERULLO Sabatino e SIMEOLI Giuseppe a incontri con SIMEOLI Angelo che
normalmente avvenivano o presso il ristorante Villa Borghese, sito in Marano di Napoli nei
pressi del panificio PANIMER; o presso l’abitazione di questi, sita in Marano alla via
Belvedere. ADR. Ricordo che in un’occasione in particolare, all’incirca negli anni 2006/2007, nel periodo estivo, SIMEOLI Angelo ha realizzato un complesso immobiliare nei pressi di via
F. Baracca, dove ha sede la scuola Alfieri, di circa 30 appartamenti. Sono a conoscenza
della circostanza perché – unitamente a CERULLO Sabatino – sono andato personalmente
presso il suddetto cantiere per concordare l’appuntamento, nel corso del quale SIMEOLI
Angelo – avendo già venduto “sulla carta” negli appartamenti in costruzione – avrebbe
dovuto consegnare a CERULO Sabatino una parte degli introiti derivanti dalle vendite”.

DI LANNO riferisce di aver assistito, nell’estate del 2006, a un singolare convegno
tenutosi negli uffici della SIME. Vi partecipavano il consigliere comunale Biagio IACOLARE, non indagato, ndr, che il dichiarante definisce persona “gestita” da CIAULONE, “a disposizione del clan” ed eletta “con i voti del clan”).

“Con riferimento a SIMEOLI Antonio mi è venuto in mente che questi “gestisce” il
consigliere comunale IACOLARE Biagio nel senso che lo IACOLARE è stato eletto
con i voti del clan e pertanto è a disposizione del clan e prende direttiva da SIMEOLI
Antonio detto “CIAULONE”, e infatti in numerose occasioni era presente agli
incontri avvenuti presso la SIME.
In particolare ricordo che nell’anno 2006 (mi pare nel periodo estivo, in quanto sono
andato con la moto) c’è stato un incontro tra SIMEOLI Antonio detto “CIAULONE”,
IACOLARE Biagio e OMISSIS, e SIMEOLI Luigi detto GIGINO MUSS’ E’ VECCHIO”.
In quel periodo OMISSIS io proprio quella sera ero andato a riscuotere centomila euro da
SIMEOLI Luigi detto GIGINO MUSS’ E’ VIECCHIO, quale puntata per l’acquisto di
stupefacenti da parte sua e di SIMEOLI Giuseppe detto “PETRUCIELO”, detenuto, denaro
proprio ritirato presso l’ufficio della SIME mentre era in corso il suddetto incontro”.
“Infatti – mentre mi trovavo nell’ufficio della SIME alla presenza di SIMEOLI Antonio detto
“CIAULONE”, IACOLARE Biagio e SIMEOLI Luigi detto GIGINO MUSS’ E’ VECCHIO”,
intento a contare il denaro appena datomi da SIMEOLI Luigi detto GIGINO MUSSO ‘E
VECCHIO per la puntata dell’acquisto di droga – sono arrivati OMISSIS…”

PIROZZI Giuliano
Collaboratore di area giuglianese, affiliato di rilievo del clan Mallardo – la cui attendibilità
trova conferma nelle sentenze depostitate in atti con il riconoscimento dell’art. 8 L. 203/91-
nel verbale del 2.5.2019 riferisce:
“La S.V. mi chiede che rapporti ho avuto con i maranesi ed in particolare con i costruttori, i
politici, i camorristi.
Come la S.V. sa mi sono occupato dell’aspetto politico/economico per conto del clan
MALLARDO, ho quindi avuto diversi contatti con numerosi Enti pubblici di vari comuni,
nonché con imprenditori e politici comunque legati ai clan.
In particolare capitava che soprattutto tra imprenditori vi era un rapporto di reciprocità.
Devo premettere che ogni imprenditore aveva il duplice legame sia con il clan di
riferimento sia con la politica, così come ogni politico aveva un riferimento camorristico.
Capitava che un imprenditore, ad esempio, di Marano venisse a costruire a Giugliano. Se
tra i due clan vi era un buon rapporto, cosiddetto di gemellaggio criminale, veniva pagata
solo una c.d. tassa di soggiorno cioè un importo comunque dovuto dal costruttore al clan
della città di padronanza. Ovviamente le condizioni di pagamento e quantitative erano più
favorevoli e senza pressioni criminali. Ovviamente la situazione era diversa se tra i clan
non vi era gemellaggio.
Sempre però l’imprenditore doveva avere una copertura sia con il clan sia politica. A Marano tra i vari imprenditori vi erano i SIMEOLI divisi in due ceppi. Antonio, detto Ciaulone, con i suoi figli e Bastone, detto don Angelo, che era proprio il
cassiere di Nuvoletta/Polverino. Anzi don Angelo era chiamato l’uomo di cosa nostra, visti i forti rapporti tra Nuvoletta e la mafia siciliana.
Per i SIMEOLI il rapporto in quanto imprenditori era un po’ diverso: erano proprio i
portavoce del clan Nuvoletta, prima, e Polverino poi. In particolare Don Angelo “sedeva al
tavolo” dei capo clan anche per decisioni inerenti omicidi da consumare. Don Angelo si
prestava anche ad ospitare latitanti e anche siciliani. A Marano si dice che Don Angelo
SIMEOLI abbia anche favorito la latitanza, ospitandolo, di Salvatore BRUSCA.
Nell’anno 2007 circa alla mia conoscenza dei fatti, dato il mio ruolo criminale, si aggiunse
sul fronte di Marano anche il mio rapporto di amicizia con NUVOLETTI Massimo (non indagato, ndr). Si tratta di un assessore del comune di Marano, con delega anche di vicesindaco, appartenente a Rifondazione Comunista. Massimo era vicesindaco con la Giunta PERROTTA.

ADR: so che c’era una lontana parentela nonostante la diversità dell’ultima lettera del
cognome con i più noti NUVOLETTA, in particolare tra il papà, che faceva il gioielliere,
poi deceduto, e qualcuno dei NUVOLETTA. La moglie di Massimo NUVOLETTI si
chiamava Lara ed ho conosciuto anche lei. In realtà contattai il NUVOLETTI che aveva un agenzia di assicurazione in via Falcone e Borsellino di Marano, vicino all’ASL, perché cercavo di ottenere un mandato per una sub agenzia di assicurazione da affidare alla figlia di MALLARDO Feliciano a nome Maria Domenica detta Miriam. La vicinanza di NUVOLETTI Massimo ai sistemi criminali era nota a me tanto che parlai espressamente con Massimo dicendogli che mi muovevo per conto di Feliciano MALLARDO. Ho fatto questa premessa per dirle che iniziai un rapporto confidenziale stretto ed assiduo con il NUVOLETTI. Gli ho cambiato anche qualche assegno. Il NUVOLETTI mi parlava spesso delle dinamiche politiche lamentandosi che a Marano era tutto controllato dai NUVOLETTA/POLVERINO che erano i burattinai di Biagio IACOLARE e di Antonio DI GUIDA. Ognuno dei due mi spiegava Massimo NUVOLETTI aveva politici, tecnici e dirigenti di fiducia. In particolare Biagio IACOLARE, che in quei periodi addirittura aveva cumulato due nomine quella provinciale e quella regionale, aveva molto potere politico e tutti sapevano che era legato ai NUVOLETTA. Anzi si diceva che Biagio IACOLARE aveva anche una società intestata o aveva interesse in una società dei SIMEOLI. Ho visto Biagio IACOLARE in compagnia di BERTINI, tra i due i rapporti erano
ottimi come mi diceva anche NUVOLETTI Massimo, in quanto li incontrai in una occasione
alla galleria primavera di Marano. Vi era: Biagio IACOLARE, BERTINI Mauro e Corrado
GABRIELE (non indagato, ndr). Era nel marzo del 2010 ovvero pochi giorni prima delle elezioni regionali. Ricordo che Mauro BERTINI è stato sindaco a più riprese del comune di Marano ed in particolare dal 1991 al 1993 dal 1996 al 1999 dal 2001 al 2006. BERTINI era molto legato anche all’ex politico maranese CREDENTINO a sua volta legato ai NUVOLETTA, poi deceduto. BERTINI era anche legato ad un altro imprenditore nuvolettiano cioè
D’ANANIA. Mi pare che addirittura furono messi sotto processo per il rilascio di
un’autorizzazione non conforme per un parco giochi. In quel periodo si seppe che
BERTINI, titolare di una società artigiana, una cosa del genere, aveva chiesto un
finanziamento di oltre 70 milioni delle vecchie lire perché la sua azienda versava in
difficoltà economiche. Non era stato poi capace di restituire tale finanziamento e si seppe
che era stato aiutato economicamente proprio da D’ANANIA.
Massimo NUVOLETTI mi raccontava sempre del fatto che BERTINI Mauro aveva
legato la sua carriera politica proprio all’appoggio dei NUVOLETTA/POLVERINO e
degli ottimi rapporti, dei quali pure Massimo mi riferiva, con Don Angelo SIMEOLI
detto bastone. NUVOLETTI mi riferiva che BERTINI faceva molte querele e si
“atteggiava” a paladino della Giustizia ma faceva accordi sottobanco con i
camorristi locali. BERTINI, infatti, benché in quota a Rifondazione Comunisti e
prima ancora con Comunisti italiani che era una frangia politica molto ridotta, avevaavuto la maggioranza addirittura superando in una campagna elettorale il candidato
sindaco SPINOSA, favorito sia dai partiti che lo sostenevano – l’Ulivo ed il partito
popolare che poi diventò Margherita – sia per le sue capacità politiche.
Ciononostante a quella tornata elettorale vinse BERTINI proprio perché fu
appoggiato dai Nuvoletta/Polverino. Ricordo che nel 2001 era l’anno in cui tutti erano
eletti con Forza Italia che era il partito più forte in Italia e quindi destò ancora più sospetto
l’elezione di Bertini a Marano. Che Bertini fosse nonostante le apparenze legato alla locale criminalità me lo riferiva anche DI GUIDA Antonio che anzi in un’occasione, parlandomi del PIP di Marano, mi disse che anche BERTINI gli voleva parlare. Vi spiego meglio: era forse giugno 2009, lo ricordo perché era in atto la campagna elettorale per le provinciali di Napoli e DI GUIDA Antonio era candidato con la lista CESARO PRESIDENTE ed è questo il nesso che dimostra che DI GUIDA era il ponte dei CESARO su Marano. Mi disse DI GUIDA che si
era messo in un pasticcio per questo fatto del PIP testualmente mi disse: “mi sono
imbarcato in una situazione che mi porterà sicuramente guai… mi devo
barcamenare tra destra e sinistra… devo accontentare tutti… addirittura devo
accontentare anche BERTINI che mi vuole parlare….”
La S.V. mi chiede cosa significa la frase “mi vuole parlare”, Le rispondo che in gergo
camorristico la frase significa che la persona ti cerca perché vuole qualcosa in cambio per
rimuovere un ostacolo che può essere sia economico o vantaggi di altro tipo -posti di
lavoro, prestiti, etc. –.
A.D.R.: ho visto SIMEOLI Angelo, bastone, sia durante la speculazione del parco
Belvedere sulla domitiana, in compagnia di Giuseppe CICCARELLI nostro luogotenente
per il clan MALLARDO per la fascia costiera – era il 2005/2006 – sia con Salvatore
SESTILE, custode della tenuta CONTESSA, legato al clan MALLARDO ma imparentato
anche con i casalesi. Sebben ricordo la figlia di SESTILE si era sposata ad uno
SCHIAVONE.
Tutte le speculazioni edilizie fatte su Marano sono fatte tutte dai SIMEOLI che avevano
creato una sorta di franchaising per cui anche se vi erano altre ditte che lavoravano sul
territorio erano tutte direttamente o indirettamente collegate ai SIMEOLI ed in particolare a
Don Angelo che era sicuramente il più potente ed il più forte proprio a livello di Peppe
Barone ovvero POLVERINO.
Poteva essere considerato il reggente di Marano proprio per le connessioni che aveva sia
con l’imprenditoria che con la politica.

PERRONE Roberto
Esponente apicale del clan Polverino, ha finanziato, nel biennio 2009/2010, gran parte
delle importazioni di hashish in Italia per conto del clan, e si è occupato degli investimenti
immobiliari e delle speculazioni edilizie.
A lui era affidata la gestione, come capo zona, del territorio di Quarto.
Dopo la scarcerazione dell’11.09.2008 Perrone si riposizionava a Quarto, ove riprendeva
gli affari criminali per conto del clan Polverino, anche curando – proprio in quel periodo – la latitanza del Polverino Giuseppe che in questo frangente gli riferiva degli interessi del clan
nella realizzazione del P.I.P. di Marano.

A.D.R. omissis. “Ho riferito della posizione di SIMEOLI Angelo detto “BASTONE” all’interno
dei dan NUVOLETTA e POLVERINO in diversi verbali di interrogatorio durante la mia
collaborazione omissis A.D.R.: nei precedenti verbale di interrogatorio ho indicato diversi beni di mia proprietà, come anche alcuni beni di proprietà di altri esponenti del clan POLVERINO tra cui POLVERINO Giuseppe e SIMEOLI Angelo detto Bastone.
Deve sul punto precisarsi, in via generale, che in tutti questi casi l’effettiva titolarità del
bene non risponde al dato formale dell’intestazione formale, in quanto, ovviamente, i
camorristi utilizzano una fitta rete di prestanome proprio per creare uno schermo ed
impedire la diretta ed immediata riconducibilità del bene al legittimo proprietario; non è
infrequente il caso in cui esponenti apicali del clan camorristici che in realtà possiedono un
vero e proprio impero societario, finanziario ed immobiliare,formalmente risultano nulla
tenenti o quasi. Ho descritto in altre verbali in maniera dettagliata questa situazione e a
titolo esemplificativo in questa sede ricordo la figura di: POLVERINO Giuseppe, oltre che
della mia persona. Vale la pena specificare, infatti, che sono a perfetta conoscenza di
questi meccanismi sia per la posizione di primo piano da me rivestita proprio
all’interno del dan POLEVRINO sia per avere io stesso realizzato questo sistema di
intestazioni fittizie; tra le diverse speculazioni cito, ad esempio, quella della realizzazione
dell’IPERCOOP di Quarto.
…omissis… So perfettamente quale era il modo di operare per realizzare fittizie
intestazione come, d’altronde, so perfettamente quali erano i professionisti di riferimento di
SIMEOLI Angelo, detto “BASTONE”, di SIMEOLI Antonio, detto “CIAULONE”, perché
erano proprio quelli che lavoravano per loro per gli affari di interesse del clan POLVERINO
dove anche io avevo dirette cointeressenze: si trattava del geometra Raffaele DI MARO,
detto “LELLO”, e l’ingegnere GIANNELLA. In altre parole, allorquando discutevo degli
affari delle speculazioni edilizie del clan POLVERINO realizzate da SIMEOLI Angelo, detto “BASTONE”, e da SIMEOLI Antonio, detto “CIAULONE”, mi informavo chi stesse
seguendo la cosa per conto nostro ed essi rispondevano,
sistematicamente, che dell’affare si stava occupando il geometra Dl MARO Raffaele (non indagato, ndr), detto LELLO, oppure l’ingegnere GIANNELLA.
Voglio specificare che queste conversazioni avvenivano sempre alla presenza di POLVERINO
Antonio, detto ZIO TOTONNO, che era quello che teneva i contatti direttamente con SIMEOLI Angelo, detto “BASTONE”, e SIMEOLI Antonio, detto “CIAULONE”, per cui erano a lui che direttamente rispondevano quest’ultimi spiegando chi stesse seguendo per il clan POLVERINO le speculazioni allorquando facevano i nomi di Dl MARO Raffaele, detto LELLO, e dell’ingegnere GIANNELLA.
…omissis… Attualmente penso che, contrariamente a quanto dicevamo tra noi
camorristi, non siamo stati noi camorristi ad utilizzare gli imprenditori legati
al clan, ma è avvenuto esattamente il contrario: sono gli imprenditori
legati al clan che hanno usato il clan; nel caso di specie, sono stati
BASTONE e CIAULONE ad usare il clan POLVERINO. Infatti, essi,
proprio grazie allo stretto legame che hanno con il clan POLVERINO,
hanno effettuato la loro ascesa economica ed imprenditoriale, ma, nel
contempo, sono sempre stati in buoni rapporti con il Comune, erano
punto di riferimento dei cittadini e, poiché non si macchiavano di
crimini di sangue, non incappavano nelle maglie della giustizia. Per
altro verso, essi si limitavano a passarci la nostra parte nelle speculazioni
imprenditoriali. Anche nel clan, in forza dei legami con i nostri esponenti
apicali, essi erano assolutamente protetti, per cui nessuno poteva
permettersi di fare loro sgarbi”. Ancora nell’ulteriore interrogatorio del 24.2.2012, PERRONE Roberto, descrivendo le attività illecite ed il ruolo dei SIMEOLI nel contesto camorristico del clan POLVERINO, evidenziava i rapporti che gli stessi imprenditori, per conto del clan, mantenevano con Mauro BERTINI, sindaco di Marano:
“omissis… A.D.R.: Ho riferito della posizione di SIMEOLI Angelo all’interno del clan
POLVERINO in diversi verbali di interrogatorio durante la mia collaborazione, passo quindi
a delineare con maggiori particolari tutte le informazioni in mio possesso.
Conosco SIMEOLI Angelo, come già accennato in altri verbali, da sempre in quanto egli è
sposato con la cugina di mia madre, tale ZÌ NTONIETTA PARAGLIOLA. D’altronde ho
avuto fortissimi rapporti nell’ambito camorristico con il fratello di SIMEOLI Angelo,
SIMEOLI Mattia, tanto che ero soprannominato “O’ FIGLIO DI MATTIA”.
Pare utile ribadire che SIMEOLI Mattia era il numero due del clan NUVOLETTA che
ricopriva la posizione nell’organigramma subito al di sotto del solo NUVOLETTA Lorenzo e
che negli anni “80 era il responsabile assoluto della zona di Quarto anche sotto il profilo
della vita politica.

Fin dalla metà degli anni “80, l’ascesa di SIMEOLI Angelo detto “BASTONE” era già in
corso, sostenuta proprio dalla sua parentela con SIMEOLI Mattia.
Parlando di ascesa mi riferisco alla espansione sotto il livello imprenditoriale dovuta
esclusivamente alla potenza criminale di SIMEOLI Mattia; infatti SIMEOLI Angelo detto
“BASTONE” aveva umili origini contadine ed era assolutamente povero, tanto che faceva
parte di una famiglia di sette persone che vivevano tutte in una sola stanza;
successivamente, proprio grazie a SIMEOLI Mattia, SIMEOLI Angelo detto “BASTONE”
era stato assunto da una società dell’aeroporto di Capodichino e, ancora dopo, aveva
cominciato ad inserirsi nel campo imprenditoriale edile crescendo via via sempre di piu’.Egli divenne tanto potente da divenire un vero e proprio “venerabile” per gli abitanti di
Marano (soprattutto quelli di Marano San Rocco) i quali arrivavano a consegnargli i soldi
non appena prelevati dalla posta a titolo di pensione affinché egli li facesse “fruttare di
piu’”.

I rapporti con SIMEOLI Mattia erano strettissimi ed attestati anche dal fatto che SIMEOLI
Angelo detto “BASTONE” consegnò uno dei suoi figli, Vincenzo, proprio al SIMEOLI Mattia
affinché egli lo crescesse come un suo figlio; ciò in quanto SIMEOLI Mattia non aveva figli.
SIMEOLI Angelo detto “BASTONE” ha edificato abusivamente tutta l’area di Marano-
San Rocco, area che, in passato, era a destinazione agricola.
Il rapporto tra SIMEOLI Mattia e SIMEOLI Angelo detto “BASTONE” come ho detto era
strettissimo tanto che chi parlava con SIMEOLI Angelo detto “BASTONE” parlava, in
sostanza, con SIMEOLI Mattia: da qui la potenza di SIMEOLI Angelo detto “BASTONE” ed
il suo ingresso anche all’interno del clan NUVOLETTA.
Sotto questo profilo ricordo precisamente che talvolta SIMEOLI Angelo detto “BASTONE”
ha partecipato alle riunioni riservate organizzate da NUVOLETTA Lorenzo insieme a
SIMEOLI Mattia e ricordo precisamente anche che lo stesso SIMEOLI Angelo detto
“BASTONE” aveva una “corsia preferenziale” nei suoi rapporti con NUVOLETTA Lorenzo.
Cio’ era determinato non solo dal fatto che egli era il fratello di SIMEOLI Mattia ma anche
da uno specifico interesse dei NUVOLETTA nelle attività di SIMEOLI Angelo detto
“BASTONE”; egli infatti procurava al clan NUVOLETTA considerevoli entrate con le sue
attività nell’edilizia.
Infatti sotto quest’ultimo profilo, infatti, nelle attività edilizie realizzate da SIMEOLI Angelo
detto “BASTONE” vi era una diretta cointeressenza dei NUVOLETTA come poi dei
POLVERINO.

La cointeressenza del clan nell’attività esercitata da SIMEOLI Angelo detto “BASTONE”
era diretta nel senso che lo stesso clan camorristico preliminarmente decideva a realizzare
la speculazione doveva essere solo SIMEOLI Angelo detto “BASTONE” e che la
speculazione stessa era realizzata congiuntamente dal SIMEOLI Angelo detto
“BASTONE” e dal clan: in altre parole essi investivano a percentuale ovvero a quote; si
tratta dello stesso sistema che vige pere le importazioni di droga.
Devo specificare che, quindi il riguardo che il clan NUVOLETTA prima e il clan
POLVERINO poi portavano a SIMEOLI Angelo detto “BASTONE” non era dovuto, come
all’inizio solo alla sua stretta parentela a SIMEOLI Mattia, ma trovava spiegazione nella
diretta cointeressenza del clan camorristico nelle attività economiche di SIMEOLI Angelo
detto “BASTONE”. Il calibro criminale di SIMEOLI Angelo detto “BASTONE” crebbe moltissimo tanto che si puo’ sostenere, senza tema di smentita, che egli controllava la vita maranese sia sotto il profilo politico che Economico; a titolo esemplificativo ricordo che sia il Sindaco CREDENTINO Raffaele che il Sindaco DI LANNO Carlo che il Sindaco
BERTINI non erano altro che pedine nelle sue mani in quanto facevano solo quello
che disponeva di fare SIMEOLI Angelo detto “BASTONE”; lo stesso dicasi per gli
addetti all’ufficio tecnico del comune di Marano e per tutti gli altri settori che
potessero avere una minima rilevanza a Marano; il riscontro è dato dal fatto che
tutta la zona di Marano San rocco è stata edificata del tutto abusivamente e non vi
sono mai stati sequestri da parte dei vigili urbani per i cantieri edili che era realizzati
da SIMEOLI Angelo detto “BASTONE”; ciò è tanto vero che, allorquando qualcuno
di noi camorristi di Quarto o di altre zone avevamo bisogno di qualcosa dal comune
di Marano non ci riferivamo all’ufficio competente ma interloquivamo direttamente
ed esclusivamente con SIMEOLI Angelo detto “BASTONE”.
…omissis….

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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