L’opinione. La nascita del governo Conte e il superamento dei pregiudizi

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Individuare i Responsabili per come e’ stata condotta la possibile nascita del Governo giallo-verde e’ indecifrabile, capire le concause e’ possibile. Un dato e’ certo: i Padri Costituenti che impersonificavano l’antifascismo, scrissero la Costituzione, quale fondamenta per la governabilita’ del Paese, che prevedeva un bilanciamento tra i Poteri: Capo dello Stato, Potere Legislativo-Esecutivo e Giudiziario, l’equilibrio e’ saltato, per cui la prima Repubblica possiamo considerarla definitamente chiusa. Il dettato costituzionale poggia le sue fondamenta, tra gli altri, su due pilastri : sulla dignita’ della persona ( articolo 1- L’Italia e’ una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranita’ appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e ne limiti della Costituzione) e art.53 ( Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacita’ contributiva. Il sistema tributario e’ informato a criteri di progressivita’), che vanno salvaguardati. La seconda repubblica e’ stata un’illusione, non e’ mai nata, ci ha portato ad una crisi politica profonda senza precedenti, dove si sono voluti far prevalere gli interessi di parte a quelli della collettivita’.

L’uscita da questa crisi ha bisogno di una presa di coscienza di tutte le forze politiche o, della maggioranza di esse, per superare l’impasse che puo’ procurare solo ulteriori danni alla credibilita ‘ del Paese, ed ulteriori difficolta’ al Presidente Mattarella che per primo, aveva auspicato un’apertura al confronto dialettico tra il P.D., il Centro-Sinistra nella sua interezza ed il Movimento 5 Stelle. Inviterei per primo, il leader Luigi Di Maio, e, per esso l’intero Movimento, a lasciar perdere l’impeachment del Presidente della Repubblica, lasciare l’iniziativa ai soli Fratelli d’Italia per non confondersi con una destra sovranista che nel corso delle lunghe trattative nella stesura del contratto tra i 5 Stelle e la Lega, con i suoi distingui , ha dimostrato tutta la sua appartenenza a quella cultura popolare sovranista che caratterizza la Lega di Salvini, cultura che non appartiene ne’ al medesimo Di Maio per come ha condotto le trattative, ne’ alla stragrande maggioranza dei suoi elettori e, concentrare lo sforzo per un reale cambiamento.

La confusione dei ruoli degli Organi Istituzionali non e’ da oggi, ma da quando i partiti tradizionali, incapaci a rigenerarsi al loro interno, hanno delegato all’Organo Giudiziario di correggere il fenomeno della corruttela, per cui da fenomeno partitico si e’ trasformato in una forma piu’ generalizzata che e’ andata a colpire i vari strati della societa’ con un’ulteriore impoverimento dei ceti piu’ deboli ed un’allargamento della forbice tra Nord e Sud del paese, dove la Polis perdeva il suo ruolo ed il “dio danaro” la fa’ da padrone con il conseguente distacco dei cittadini dai partiti e l’indebolimento del potere legislativo. Allo stato, lavorare tutti o quelli che vogliano il bene del Paese e dei cittadini, per un uscita dignitosa, non puo’ prescendere da un Governo Politico di minoranza, a termine, a guida pentestellato, sostenuto con l’astensione da quelle forze in Parlamento che si richiamano al riformismo, contuestalizzato da una Assemblea Costituente rappresentata dall’intero arco costituzionale che predisponga alcune modifiche della Parte Seconda della Costituzione compresa la Legge Elettorale, da rendere la governabilita’ del Paese meno conflittuale e piu’ vicina alle democrazie europee.

Cultura popolare sovranista che non dovrebbe appartenere ne’ alla maggioranza dei cittadini del sud che hanno riposto la loro fiducia nel Movimento 5 Stelle, rappresentato nella sua massima espressione dai conterranei Luigi Di Maio e Roberto Fico ne’ ai tanti cittadini del nord che con i Casaleggio, Gianroberto e Davide, hanno saputo mettere a fuoco gli insegnamenti del compianto Adriano Olivetti, innovatore del suo tempo, massima espressione di un mondo della produzione, dove insieme al profitto bisognava salvaguardare la dignita’ del lavoratore.

La crisi politica profonda che si e’ venuta a determinare richiede uno sforzo di idee innovative per un reale cambiamento che non puo’ prescindere da un Progetto d’Insieme ed un Modello di Sviluppo da adottare visto in un ottica europea dove i Trattati europei si possano ridiscutere e riportare l’Italia, socio fondatore, al tavolo delle trattative, non come singolo paese ma capofila dei Paesi Mediterranei e portavoce di una Politica comune del Bacino del Mediterraneo, per cui si rende indispensabile prima liberarci dei lacci e laccioli che attanagliano il sistema paese e poi lavorare per il raggiungimento di una Europa Politica.
La strada obbligata per riallineare i Mezzogiorno d’Europa all’Europa Continente.

Il primo interrogativo da porci, da semplice cittadino, e’: il Governo del cambiamento con la partecipazione dei vari Di Maio, avvocato Giuseppe. Conte, definito un emerito sconosciuto, ma di fatto, per sua stessa ammissione, un progressista, e di altrettanti Ministri sconosciuti ma spinti da una idea di cambiamento, coadiuvati con il supporto determinante del Prof. Paolo Savona laico, emerito economista della scuola keneysiana, conoscitore attento dell’attuale Europa, possano non sapere che una uscita dalla zona Euro ed una disintegrazione dell’Europa possa ulteriormente danneggiare il paese?.

Paese con un debito pubblico alle stelle, se pur in buona parte interno, con l’obbligo di salvaguardare i risparmi; con una corruzione dilagante; una evasione devastante; una burocrazia frenante, con privileggi diffusi; con la presenza di poteri occulti e/o deviati dove le Stragi di Stato, come Piazza della Loggia, l’Italicus, la morte dell’on. Aldo Moro, l’uccisione dei Giudici Falcone e Borsellino, la trattativa Stato-mafia, non hanno trovato risposte. Si puo’ continuare su questa strada e non imporre un cambio di linea che gli elettori a viva voce richiedono?.

L’Italia, Popolo di navigatori, di emigrati e di inventori “fai da se” che ha saputo conoscere sulla propria pelle il sacrificio dell’emigrazione e costruire un tessuto connettivo produttivo ha il sapere e l’inventiva per apportare quelle modifiche istituzionali da facilitare la realizzazione di quelle riforme necessarie al paese con l’auspicio, che, almeno una volta, si abbandonino gli interessi di parte e si lavori per gli interessi dei tanti con un occhio rivolto ai più’ deboli della società’.
Li’, 30/05/2018

Franco De Magistris

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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