Al Comune di Marano c’è un caso Di Pace. Il dirigente (che oggi controlla quasi tutto) che non poteva dirigere tutto. Storia di procedure forzate e impegni non mantenuti

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A Marano c’è un caso Di Pace. I nostri lettori più affezionati ne hanno già sentito parlare, per i più distratti, invece, tocca fare un breve riepilogo delle puntate precedenti.

Pasquale Di Pace, a capo del settore tecnico e del comparto igiene urbana del Comune, è vincitore di una procedura concorsuale (tempo determinato) per specifici incarichi di alta professionalità. Di Pace, norme alla mano, avrebbe dovuto svolgere un incarico specifico, così come previsto dal bando emanato a suo tempo dal Comune. Si sarebbe dovuto occupare esclusivamente (lo chiarisce il bando) della vicenda Pip, del cimitero e poco altro. E invece cosa è accaduto? Con un decreto commissariale, firmato dall’ex prefetto Antonio Reppucci, Di Pace è stato nominato dirigente del settore lavori pubblici e, successivamente, con altro provvedimento commissariale, dirigente dell’area urbanistica. In pratica guida un intero comparto (in sfregio a quanto contenuto nel bando di gara) nonché tutto il settore igiene urbana e il settore attività produttive. E’ dunque l’uomo, insieme con il dirigente Bonino, più potente in questo momento all’interno della macchina amministrativa. Di specificità delle mansioni da svolgere si fa riferimento anche nel suo contratto d’assunzione.

Ma chi è Pasquale Di Pace? Poco conosciuto nell’ambiente maranese e anche nell’ambito della pubblica amministrazione regionale, Di Pace si segnalò perché al Comune fu inoltrata – ai tempi della procedura concorsuale – una domanda con i suoi documenti ma con le generalità e il curriculum della consorte.

Avete capito bene? Di Pace ha inviato al Comune una domanda di partecipazione al concorso in itinere, ma con le generalità della moglie. Richiamato dagli uffici comunali, ha in un secondo momento (e il Comune poteva non farlo) riformulato la domanda e, naturalmente, con le generalità e il curriculum corretto, ovvero il suo.

Fin dal suo insediamento al Comune, il buon Di Pace si è segnalato per la sua allergia alle critiche e soprattutto per gli errori compiuti o per le cose non realizzate nonostante gli impegni assunti, talvolta anche in pubblico.

Al dottor Di Pace, sette mesi fa, chiedemmo lumi sull’asilo nido comunale (bene confiscato alla camorra) di piazzale Dalla Chiesa, mai ultimato a causa degli errori compiuti da alcuni tecnici comunali. L’asilo, finanziato dalla Regione, non è mai stato completato. Di Pace ci rassicurò che entro pochi giorni avrebbe fatto luce sulla questione e ci avrebbe ragguagliato sull’eventuale possibilità di recuperare i fondi persi. Sono passati setti mesi e da Di Pace non sono arrivate risposte.

Al dottor Di Pace, con tanto di testimoni oculari, segnalammo alcune situazioni di palese irregolarità urbanistica nella periferia di Marano. Il Di Pace si recò sul posto, ci rassicurò sui controlli, si appuntò il tutto, ma nulla da allora è stato fatto.

Il dottor Di Pace, sempre in pubblico, prese l’impegno – insieme ai suoi tecnici – sui lavori da eseguire in via San Rocco e Città Giardino. Si disse che erano arterie prioritarie e che i fondi individuati, poco meno di 30 mila euro, sarebbero stati utilizzati in primis per quelle strade. I soldi, invece, sono stati spesi per altre strade e poco o nulla è rimasto per San Rocco e via Del Mare.

Il dottor Di Pace, presente a un incontro tra la ditta Tekra e i cittadini, avallò o quanto meno non smentì quanto dichiarato da un suo sottoposto, ovvero che l’isola ecologica sarebbe stata aperta a novembre. E invece siamo arrivati a fine aprile.

Il dottor Di Pace, durante l’ultima conferenza stampa sul nuovo piano rifiuti, assicurò che le campane di vetro sarebbero state rimosse subito dopo il 16 aprile. E invece le campane, quelle di via Del Mare e via XXIV Maggio, cioè quelle oggetto di maggiori sversamenti illeciti, sono ancora in bella mostra.

Il dottor Di Pace ha concesso il via libera (con annesso parere dei vigili) per lo spostamento e conseguente installazione di un chiosco commerciale in zona A del piano regolatore, centro storico vincolato, senza nemmeno consultare la commissione paesaggistica o esperti del settore per capire se l’installazione è in contrasto con l’estetica della piazza.

Il dottor Di Pace non ha mai tracciato un bilancio sui controlli delle pratiche di condono edilizio, alcune delle quali viziate da anomalie di non poco conto. Non se ne sa nulla.

Come supporto per la catalogazione dei documenti dell’area Pip, il Di Pace ha poi indicato i tecnici Giovanni Napoli e Giovanni Silvestri e anche questa scelta è stata ritenuta da molti poco opportuna.

Potremmo andare avanti a lungo, ma ci fermiamo qua. Di Pace, a nostro modesto avviso, non può ricoprire quel ruolo, non può essere a capo di tutto l’ufficio tecnico, sia per motivi formali (il contratto e il bando di gara) sia per ragioni pratiche abbondantemente spiegate in questa sede.

© Copyright 2018 Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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