Sesso, in camera da letto i millennials osano di più

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SONO meno propensi a fare un uso eccessivo di alcol, a drogarsi o a commettere crimini. Ma in camera da letto, i Millennials hanno più voglia di sperimentare cose nuove rispetto a quanto accadeva 20 anni fa di sperimentare. Insomma i giovani stanno provando nuovi modi di fare sesso. A sostenerlo uno studio appena pubblicato sul Journal of Adolescent Healthche ha analizzato tre indagini nazionali sugli atteggiamenti e gli stili di vita sessuali effettuate ogni dieci anni a partire dal 1990 al 2012 e che hanno coinvolto più di 45.000 persone fino ad oggi. Più di un Millennial su 10 dichiara di aver sperimentato sesso anale a 18 anni. La percentuale sale a 3 su 10 nella fascia d’età che va dai 22 ai 24 anni. Come mai questo cambiamento nelle preferenze sessuali? Secondo alcuni esperti è possibile che sia legato al fatto che la società di oggi è più aperta e tende a giudicare meno i comportamenti sessuali, ma c’è dell’altro.

·I RISULTATI DELL’INDAGINE
Esaminando le risposte fornite dai giovani, gli esperti rivelano come tra i 16 e i 24 anni di età stia diventando sempre più consueto provare il sesso anale tra persone di sesso opposto, sebbene quello vaginale e orale rimangano quelli più praticati. Se quasi trenta anni fa una persona su 10 sperimentava sesso vaginale, orale e anale, i dati relativi al 2010-2012 forniscono una visione un po’ diversa: un uomo su 4 e una donna su 5 praticano le forme ‘alternative’. In particolare, più di un adolescente su 10 ha dichiarato di aver provato il sesso anale all’età di 18 anni, mentre il numero sale a 3 su 10 tra i giovani di 22-24 anni. Sembra invece inalterata l’età in cui si inizia a fare sesso – l’indagine più recente rivela che la maggior parte dei giovani di oggi lo sperimenta per la prima volta a 16 anni. “Il sesso anale è ancora piuttosto stigmatizzato, ma sembra che gli atteggiamenti stiano cambiando: sappiamo che la società è diventata più incline ad accettare i comportamenti omosessuali in generale, ma ci sono pochissime ricerche sul sesso anale e sulla motivazione”, commenta Cynthia Graham, docente di salute sessuale e riproduttiva alla University of Southampton (Inghilterra).

SESSO SPINTO PER CONSERVARE LA VERGINITA’
“I cambiamenti nelle pratiche sessuali che sono emersi dallo studio sono coerenti con l’ampliamento di altri aspetti che riguardano l’esperienza sessuale dei giovani. Non ci sorprende, dato il contesto sociale in rapida evoluzione e il numero sempre crescente di influenze sul comportamento sessuale” sostiene Kaye Wellings, autrice dello studio e docente di ricerca sulla salute sessuale e riproduttiva al London School of Hygiene & Tropical Medicine. Ma c’è qualcosa di più pratico dietro questo nuovo trend: “Già negli ultimi 5-6 anni – spiega Roberta Rossi, psicologa, psicoterapeuta e sessuologa dell’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma – il sesso anale è stato utilizzato in alternativa al rapporto penetrativo perché consente l’accesso alla sessualità pur mantenendo la verginità. Inoltre, con questa modalità il rapporto sessuale non è a rischio gravidanza”. Insomma, questo studio dimostra che i giovani di oggi sono alla ricerca di strategie alternative per aggirare alcune problematiche che sono tornate alla ribalta come la verginità dell’imene: “Tant’è vero – aggiunge la sessuologa – che c’è un aumento della richiesta di ricostruzione dell’imene non solo da parte delle ragazze ma anche di donne adulte. E’ come se ci fosse un recupero di alcuni vecchi valori perché le ragazze pensano che se hanno un rapporto anale resteranno comunque vergini perché l’imene resta intatto”.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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