Marano, Compagnia dei carabinieri: siamo veramente alle battute finali? Il progetto è stato ostacolato e osteggiato in tutti i modi. In tanti non la volevano..

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Della nuova compagnia dei carabinieri, già realizzata (si attende solo il collaudo) con fondi (comunali) contemplati nel progetto Piu Europa, se ne parla da tempo immemore. Il progetto, partito nel 2007 (inizialmente doveva essere un presidio di polizia), ha attraversato varie fasi, tutte contrassegnate da intoppi, ritardi e qualche “imboscata”. Qualcuno la caserma, l’ampliamento della tenenza in compagnia, con tanto di incremento del numero dei militari sul territorio, non la voleva. Non l’ha mai voluta. Chi conosce a fondo le “cose” della città, conosce anche il motivo di tale ostruzionismo. Ma non c’è bisogno certo di un genio per capire che una città con oltre 60 mila abitanti, sprovvista di un commissariato di polizia (ce l’hanno anche i comuni molto più piccoli), necessita come il pane di un migliore presidio di sicurezza.

I fatti, che hanno contrassegnato il lungo iter, sono i seguenti: per almeno due anni, durante la gestione Liccardo, si è dibattuto e ci si è scontrati sulla questione della ripartizione delle spese di gestione, quelle per la manutenzione degli impianti interni, della nuova caserma. Chi doveva accollarsele, visto che il Comune è in perenne deficit? Superato questo futile intoppo, qualcuno tirò fuori la storiella del possibile danno erariale, derivante dal fatto che il Comune forniva un comodato d’uso all’Arma un immobile di sua proprietà. Fiumi di parole, consigli comunali sul tema, rassicurazioni da più parti, ma lo stallo si è trascinato fino al 2016, quando i lavori ripresero con un certo vigore onde evitare guai in sede di rendicontazione delle spese.

Ma non finì qui: qualcuno, anche in prefettura a quanto pare, aveva dimenticato di informare l’Agenzia del Demanio circa l’orientamento espresso dal Comune e sulla decisione di rendere l’immobile di via Nuvoletta, per il quale l’ente ha sborsato la bellezza di 3 milioni e 200 mila euro, sede della nuova Compagnia dei carabinieri.

Gli organi provinciali e regionali dell’Arma, dal canto loro, hanno sempre manifestato (almeno a parole) piena disponibilità affinché il progetto diventasse anche realtà. I lavori sono andati avanti, tra stralci progettuali, variazioni o integrazioni del quadro economico, e alla fine, pur faticosamente, siamo arrivati ad oggi. Oggi la situazione è la seguente: la caserma (la nuova) è pronta, manca solo il collaudo generale, l’atto finale. Nel frattempo si attende l’ok per il trasferimento dei carabinieri dal vecchio al nuovo immobile. Il via libera non è ancora arrivato, perché gli organi sovracomunali attendono prima che si formalizzino tutti gli atti, compresi quelli relativi al collaudo.

Conclusioni? La camorra locale, che per molti anni era riuscita ad insinuarsi anche nei gangli della giustizia e del mondo investigativo (l’arresto di due carabinieri in servizio proprio a Marano deve far riflettere e non poco) e che oggi – come dimostrano le cronache – sta tentando di riorganizzarsi dopo le batoste degli ultimi anni, ha fatto di tutto per impedire l’ampliamento dell’attuale tenenza. E si sarebbe servita, almeno questo si sussurra da tempo in città, anche di politici e tecnici comunali.

Gli altri organi, quelli non comunali, pur ribadendo la necessità di potenziare l’attuale presidio, non hanno certo brillato per celerità. Sulla carta è tutto pronto da tempo, ma c’è tanto ancora da fare, soprattutto sul fronte dell’organizzazione delle competenze territoriali. Marano dovrà staccarsi da Giugliano e avere competenze su altri tre o quattro comuni: Calvizzano, Mugnano, Villaricca e Melito. Questa rivoluzione copernicana non piace a tutti. Le novità, infatti, sono spesso osteggiate, anche all’interno del variegato mondo delle forze di polizia.

 

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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