A un certo punto, quando hanno capito che la guerra era diventata fratricida, nel senso che ci si ammazzava tra cugini o giù di lì, il boss decise di sparigliare. Di cambiare tutto. E di creare un nuovo accesso alle fila della propria cosca: non solo affiliati storici, di quelli che passano la vita ad entrare e uscire dalle celle, per puntare alla piazza di spaccio più redditizia, ma anche new entry. Volti affidabili: ragazze e giovanissimi, persone formalmente pulite e non invischiate nella guerra tra i Mele, i Marfella e i Pesce (in pratica lo stesso ceppo familiare), gente in grado di lavorare sotto traccia e arricchire l’economia malavitosa.
E sono loro, i nuovi pentiti a riconoscere due fotoriproduzioni, le numero 15 e 19, che offrono agli inquirenti il volto di due belle ragazze, giovani, ben pettinate, truccate con un make up appena evidente: «Servivano per trasferire informazioni, nel giro di contatti necessario per far girare ordini, soldi e droga». E, perfettamente in linea con quanto è avvenuto in questi anni nel centro storico, con l’avvento delle paranze dei bimbi, anche la camorra di Pianura ha avvertito l’esigenza di un ricambio generazionale. Spiega il pentito Salvatore Romano, per ricostruire l’organigramma della propria cosca di appartenenza: «Salvatore Marfella comanda la paranza dei più giovani, mentre Pasquale Pesce i meno giovani». Mele, Marfella, Pesce: nomi e strategie diverse per ricostruire una saga criminale costellata da decine di omicidi solo negli ultimi anni.
Il Mattino
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