Una lettera per un lungo addio. Il Movimento cinque stelle vede assottigliarsi il suo gruppo parlamentare. Oggi la senatrice Elena Fattori esce dal partito di Luigi Di Maio e Davide Casaleggio. Lo fa esattamente un anno dopo essere finita “sotto inchiesta” per non aver votato il primo decreto sicurezza, quella carta di “identità politica” che è passata indenne dal Conte/1 al Conte/2.
Un lungo addio che Linkiesta racconta oggi, pubblicando la missiva firmata dalla Fattori e indirizzata al capogruppo M5S al Senato Gianluca Perilli e ai Probiviri del partito.
Missiva che racconta non solo l’esilio e le pratiche di mobbing cui è stata costretta dopo il no al decreto Salvini, ma anche il deficit di democrazia interna e di trasparenza amministrativa all’interno del Movimento. Ai probiviri infatti la parlamentare chiede di conoscere gli aspetti gestionali della piattaforma Rousseau, dal regime fiscale all’utilizzo che Davide Casaleggio fa dei fondi che i parlamentari sono tenuti a versare alla sua associazione, pena l’espulsione. La richiesta, inoltrata all’inizio dello scorso mese, non ha mai ricevuto risposta. Da qui la decisione di passare al gruppo misto. «Me ne vado io, senza aver mai saputo perché mi avete messo sotto processo». Funziona così ai tempi della democrazia diretta.