Ci sono ulteriori sviluppi sulla procedura inerente i box confiscati alla criminalità organizzata (famiglia Simeoli), ubicati in via Adda, assegnati provvisoriamente, in attesa delle verifiche antimafia, a sette istanti, tra i quali figura anche la moglie del consigliere comunale Nunzio Rusciano. E’ da premettere che Rusciano, con una nota stampa, ha dichiarato di non voler più concorrere per l’assegnazione del box. Nel frattempo, il funzionario del Comune, responsabile del procedimento, secondo le nostre fonti, avrebbe sporto formale denuncia presso la Compagnia dei Carabinieri di Marano ai quali avrebbe chiesto di fare chiarezza su tutta l’intricata vicenda. A denunciare formalmente, dunque, il funzionario dell’ente e nessun esponente politico.
Non erano infondate, dunque, le perplessità che il nostro giornale aveva evidenziato nei giorni scorsi ma l’individuo col sigaro, in maniera plateale e verbalmente violenta, piuttosto che ammettere che effettivamente c’era una anomalia, ha ritenuto opportuno solo ed esclusivamente offenderci. Fortunatamente c’è chi ci ha ringraziato, in pubblico e in privato, per aver immediatamente acceso i riflettori e fatto giungere notizia della presenza, tra gli istanti, della moglie di un consigliere e chi, invece, ha fatto l’ennesimo errore di comunicazione e di stile.
Emergono, ad ogni modo, nuovi ed ulteriori dettagli rispetto alle anomalie già evidenziate nei giorni scorsi. Tra le sette domande su nove, protocollate consecutivamente il 19 dicembre 2024, c’è un istante che ha concorso per lo stesso box su cui ha concorso anche la moglie del consigliere Rusciano che ha presentato domanda solo il 7 gennaio 2025. La moglie del consigliere Rusciano si è aggiudicata provvisoriamente il box con un’offerta di 120 euro mensili, rispetto all’offerta presentata dall’istante del 19 dicembre 2024 che ne ha offerti 110 euro, uno scarto di soli 10 euro tra le due proposte.
Ad oggi nessuno è riuscito a far chiarezza su chi avrebbe presentato le 7 domande consecutive e, se quest’ultimo, fosse munito o meno di delega firmata dagli interessati. Giunge anche notizia che il dipendente comunale che ha materialmente recepito le 7 istanze, dopo uno o due giorni dai fatti è andato in pensione. La procedura, al momento, non è stata ancora revocata.
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