Come si vota? Con quale sistema e quali sono i principali dubbi. Tra uninominali e plurinominali, maggioritario e proporzionale, liste, coalizioni e soglie di sbarramento il rischio di confondersi è alto: colpa del Rosatellum, la legge elettorale con cui per la seconda volta voteremo alle elezioni politiche, che tutti dicono di voler cambiare (compreso il Pd che ne è stato l’artefice). Si tratta di uno strano ibrido tra un sistema maggioritario (che avvantaggia le liste e coalizioni più forti) e proporzionale (che tende a rispecchiare in Parlamento i risultati delle forze in campo). Come la legge precedente, il cosiddetto Porcellum, prevede le liste bloccate e non dà la possibilità di esprimere preferenze. Vediamone i punti principali.
Liste e coalizioni – Le liste che raccolgono il numero di firme necessario (o che ne sono esentate) possono presentarsi in autonomia o scegliere di apparentarsi in coalizione con altre liste. Le coalizioni sono particolarmente “convenienti” per vincere i collegi uninominali: le liste apparentate infatti indicano un candidato comune, che quindi beneficerà dei voti di tutti i partiti che lo sostengono (e non solo del proprio). Più la coalizione è “pesante” in termini di voti, più è probabile che superi in numeri assoluti le altre coalizioni e le liste singole, aggiudicandosi il seggio in palio nel collegio. Il 25 settembre le coalizioni in campo saranno due: il centrodestra (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi Moderati) e il centrosinistra (Pd, +Europa, Alleanza Verdi/Sinistra, Impegno civico). Tutte le altre forze corrono da sole.
Liste bloccate – Come già nel Porcellum, non è possibile esprimere la preferenza per uno o più candidati (questa possibilità rimane solo per i residenti all’estero). Una volta assegnato il numero di seggi spettante a ciascuna lista, quindi, i candidati saranno eletti secondo l’ordine di collocazione nel listino plurinominale, dal primo in giù (i nomi sono al massimo quattro). Per questo, di fatto, a scegliere chi andrà in Parlamento sono le segreterie dei partiti: ambitissime le posizioni da capolista (gli unici ad avere la certezza o almeno l’alta probabilità di passare), i secondi posti sono appetibili soltanto per le liste più forti, mentre i terzi “scatteranno” solo in pochissimi casi.
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