Vergogna francese: negata l’estradizione in Italia per 10 terroristi rossi

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In Francia, il Paese divenuto la loro seconda patria e che oggi ha negato l’estradizione in Italia, hanno trovato nuove opportunità di vita, lavori, matrimoni, figli. Oltralpe sono rinati. Ma per la giustizia italiana devono scontare condanne passate in giudicato per omicidi e altri reati legati al terrorismo eversivo, di cui si sono macchiati negli anni di piombo.

Si va dal fondatore di Lotta Continua Giorgio Pietrostefani, ritenuto il mandante dell’omicidio Calabresi, a Sergio Tornaghi; dalla colonna Walter Alasia a Narciso Manenti, condannato all’ergastolo per l’omicidio a Bergamo dell’appuntato dei carabinieri Giuseppe Gurrieri.

Erano veri e propri leader in quegli anni di stragi ed esecuzioni per strada, i più difficili per Milano e per l’Italia. Responsabili di attentati e omicidi che non si possono dimenticare, Oltralpe si sono rifatti una vita, tra lavoro e famiglia. Eccoli:

Giorgio Pietrostefani, abruzzese di 78 anni, da giovane promettente tennista e con incarichi da dirigente in prestigiose aziende, è forse il nome più noto perché legato a una delle pagine più buie della storia italiana, quella dell’omicidio del commissario di Pubblica sicurezza Luigi Calabresi. Condannato in via definitiva in Italia come mandante di quel delitto, in Francia ha mantenuto una residenza regolare e ha sempre lavorato, conducendo quella che il suo amico ed ex leader di Lotta Continua Adriano Sofri ha definito “la vita discreta di un vecchio uomo e nonno”. Di recente sembra avere avuto alcuni problemi di salute, che l’hanno portato anche ad un trapianto di fegato. A Parigi ha incontrato Mario Calabresi, giornalista e figlio del commissario, ma di quel faccia a faccia non è mai stato rivelato il contenuto.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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