Camorra, politica e imprenditoria: il racconto di Raffaele Cesaro al processo che vede imputati anche Bertini e Simeoli. “Pagai l’ex sindaco e Iacolare”

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Raffaele Cesaro (in una foto di qualche anno fa), imprenditore di Sant’Antimo, è stato il primo imputato ad essere sottoposto all’esame delle parti processuali. L’imprenditore, fratello del parlamentare forzista Luigi e a capo di un’azienda che si aggiudicò l’appalto per l’area Pip di Marano, è invischiato in un procedimento giudiziario assieme al fratello Aniello, all’ex sindaco Mauro Bertini, all’imprenditore edile Angelo Simeoli, all’ex dirigente dell’ufficio tecnico comunale Armando Santelia e all’ex consigliere comunale di Marano Dino Pellecchia.

Cesaro, imputato anche in altri processi e assolto dal filone principale dell’inchiesta Pip, ha raccontato nuovamente la sua versione dei fatti in relazione alla vicenda dell’area industriale.

“Partecipammo alla gara per l’aggiudicazione del Pip di Marano – ha esordito in aula – Si trattava di un project financing. Partecipammo forti dell’esperienza che avevamo già maturato in relazione alla realizzazione di alcuni centri sportivi”.

La vicenda narrata da Cesaro si sviluppa essenzialmente tra il 2004 e il 2011.

“Del bando fummo avvisati dal defunto ingegnere Santoro (progettista Pip nominato da Bertini, ndr). Dopo la stipula della convenzione, Mauro Bertini e Biagio Iacolare vennero negli uffici della nostra azienda e ci riferirono, in sostanza, di essere i “padroni” di Marano, evidenziando che da quel momento avremmo dovuto fare i conti con loro. I due pretendevano denaro e pretendevano, inoltre, che fossero privilegiate le aziende di Marano, in particolare quella di Angelo Simeoli”.

I fatti, secondo il racconto di Cesaro, si sarebbero verificati nel gennaio del 2006. In quel periodo, Mauro Bertini, politico a lungo militante nelle fila di Rifondazione e dei Comunisti italiani, era a capo dell’amministrazione cittadina, mentre Iacolare (non imputato, ndr) – demitiano doc con un passato da vicepresidente del Consiglio regionale – era consigliere provinciale e leader locale della Margherita.

L’imprenditore, sollecitato dalle domande del pm Maria Di Mauro e del presidente del collegio Eleonora Pacchiarini, ha poi aggiunto: “Dopo qualche tempo, anche Angelo Simeoli venne presso i nostri uffici. Parlammo della questione dei subappalti. In seguito fu organizzata una riunione alla quale prese parte anche Bertini. Il suo compito – ha sottolineato Cesaro – era quello di garantire gli interessi di Simeoli. Nel settembre del 2006 stipulammo una scrittura privata mediante la quale cedevamo ai Simeoli una quota della Cesaro srl”.

L’accordo con i Simeoli non resse e il Pip fu portato avanti dalla società dei Cesaro. L’imprenditore ha riferito che le trattative con Simeoli non cessarono perché questi aveva avuto problemi di carattere giudiziario. Cesaro ha poi precisato che non vi furono pressioni da parte del noto imprenditore, ritenuto in altre inchieste contiguo ai Polverino, per l’affidamento di un subappalto alla ditta Sciccone di Marano”.

Ci sarebbe stato, in sostanza, un accordo bonario tra le parti. Poi è stata affrontata la questione tangenti e Cesaro ha ribadito – come aveva fatto in altre circostanze – di aver pagato sia Bertini che Iacolare, per un importo complessivo che dovrebbe aggirarsi sui 350 mila euro.

Cesaro ha anche evidenziato, come aveva fatto già in passato, di essere stato vittima dell’estorsione di Giuseppe Polverino e dei suoi sodali e di aver subito ostacoli e intoppi di ogni genere dall’ufficio tecnico comunale di Marano, precisando di essere pronto a testimoniare in un eventuale processo contro il gotha della fazione criminale un tempo egemone a Marano.

Il legale di Bertini ha evidenziato le “contraddizioni” che, a suo dire, sarebbero emerse dal narrato del noto imprenditore.

Il processo, alle battute conclusive, proseguirà nelle prossime settimane con l’escussione di Armando Santelia, ex dirigente dell’ufficio tecnico comunale durante la gestione Bertini. L’uomo che l’ex sindaco, in verbale dei carabinieri del Ros del 2016, ha definito “completamente asservito a quella gente là”. Le udienze si celebrano a Napoli nord.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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