Ce ne occupammo mesi fa, a luglio per l’esattezza. In quel periodo scrivemmo che diverse società, interdette per mafia dalla prefettura di Napoli, stavano spostando o avevano spostato le loro sedi a Salerno e alcune di esse avevano nominato ex generali della Finanza nei loro consigli di amministrazione. Tra questi figurava il consorzio Research, che a Sant’Antimo si era aggiudicato un appalto per la riqualificazione delle palazzine.
Spostandoci su un altro versante, nei mesi scorsi la Balestrieri appalti srl, con sede in provincia di Napoli, società operante nel settore della gestione della raccolta dei rifiuti solidi urbani e appartenente alla stessa holding che controlla Tekra, ditta operante a Marano, è stata rimossa dalla white list della Prefettura di Napoli a seguito di un’interdittiva antimafia, confermata anche in sede di tribunali amministrativi. Successivamente si è avuta notizia del cambio della “governance” della Tekra srl. La società salernitana è passata da un organo amministrativo unipersonale (ovvero da un amministratore Unico), a quello pluripersonale, ovvero alla gestione attraverso un consiglio d’amministrazione. Nel CDA fanno ingresso il generale in riserva della GDF Carmine Canonico (che avrà anche il ruolo di vice presidente del CDA) ed il suo collega parigrado Renato Giovannelli. Presidente del CDA è Alessio Balestrieri. Ai vertici dell’Organismo di Vigilanza è stato nominato il prefetto in quiescenza Pasquale Manzo.
La ditta Tekra, con sede a Salerno, non è mai stata raggiunta da interdittiva antimafia; la Balestrieri appalti srl, con sede a Napoli, sì. Due prefetture, insomma, e due diverse visioni della vicenda per società di un analogo gruppo imprenditoriale.
E’ opportuno chiarire che il gruppo Balestrieri, o società del suo gruppo, non risulta coinvolto nella vicenda giudiziaria venuta a galla in queste ore a Salerno.
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