L’arresto del pm Pinna, i generali della Finanza e le società che spostavano le sedi a Salerno per evitare le interdittive antimafia

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Ce ne occupammo mesi fa, a luglio per l’esattezza. In quel periodo scrivemmo che diverse società, interdette per mafia dalla prefettura di Napoli, stavano spostando o avevano spostato le loro sedi a Salerno e alcune di esse avevano nominato ex generali della Finanza nei loro consigli di amministrazione. Tra questi figurava il consorzio Research, che a Sant’Antimo si era aggiudicato un appalto per la riqualificazione delle palazzine.

E’ notizia di ieri dell’arresto di Roberto Penna, magistrato in servizio presso la procura della Repubblica di Salerno, assegnato alla sezione specializzata in materia di reati contro la pubblica amministrazione in materia di edilizia e ambiente, con ipotesi di accusa quali la corruzione in atti giudiziari e traffico di influenze continuato e in concorso. Con il magistrato salernitano risultano indagati anche una serie di persone: l’avvocato Gabriella Gallevi di Eboli, compagna del magistrato, l’imprenditore Umberto Inverso di Salerno, Fabrizio Lisi, ex generale della guardia di finanza in pensione e Francesco Vorro di Poggiomarino (presidente dell’Unione dei consorzi stabili italiani e fondatore della Research consorzio stabile scarl)
Secondo l’accusa, il magistrato Penna e la compagna incontravano questi imprenditori direttamente o tramite Inverso Umberto e Lisi Francesco, al fine di ottenere vantaggi economici per la compagna del pm, l’avvocato Gallevi, alla quale i predetti imprenditori si impegnavano a concedere incarichi professionali.
L’accusa evidenzia anche come Vorro, Inverso e Lisi avessero assunto la cura degli interessi del consorzio, costituito da 93 aziende e nominato Research, operante nel settore dei Lavori Pubblici e che a seguito di interdittiva antimafia emesse dalla prefettura di Napoli nei confronti di alcune delle società consorziate avevano ritenuto di trasferirle a Salerno, attribuendo altresì la funzione di rappresentante legale a Raponi Maurizio e a Lisi Fabrizio, entrambi generale della Guardia di Finanza collocati a riposo; determinazioni queste volte a fornire all’autorità deputate ai controlli un’immagine nuova e lecita delle attività svolte.
Ovvero quel che scrivemmo mesi fa: qualcuno, in virtù di presunti agganci a Salerno, tra Procura e prefettura, aveva optato per il trasferimento delle sedi in quel comune.

Spostandoci su un altro versante, nei mesi scorsi la Balestrieri appalti srl, con sede in provincia di Napoli, società operante nel settore della gestione della raccolta dei rifiuti solidi urbani e appartenente alla stessa holding che controlla Tekra, ditta operante a Marano, è stata rimossa dalla white list della Prefettura di Napoli a seguito di un’interdittiva antimafia, confermata anche in sede di tribunali amministrativi. Successivamente si è avuta notizia del cambio della “governance” della Tekra srl. La società salernitana è passata da un organo amministrativo unipersonale (ovvero da un amministratore Unico), a quello pluripersonale, ovvero alla gestione attraverso un consiglio d’amministrazione. Nel CDA fanno ingresso il generale in riserva della GDF Carmine Canonico (che avrà anche il ruolo di vice presidente del CDA) ed il suo collega parigrado Renato Giovannelli. Presidente del CDA è Alessio Balestrieri. Ai vertici dell’Organismo di Vigilanza è stato nominato il prefetto in quiescenza Pasquale Manzo.

La ditta Tekra, con sede a Salerno, non è mai stata raggiunta da interdittiva antimafia; la Balestrieri appalti srl, con sede a Napoli, sì. Due prefetture, insomma, e due diverse visioni della vicenda per società di un analogo gruppo imprenditoriale.

E’ opportuno chiarire che il gruppo Balestrieri, o società del suo gruppo, non risulta coinvolto nella vicenda giudiziaria venuta a galla in queste ore a Salerno.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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