“Il presidente lavora, come al solito, sui temi più urgenti per gli italiani”. Così fanno sapere da Palazzo Chigi, mentre la partita del Quirinale è ai nastri di partenza. Le uniche considerazioni da parte di Draghi si limitano a tre. La prima che “la maggioranza che eleggerà il nuovo Capo dello Stato sia la più ampia possibile, anche superiore a quella attuale”. La seconda. “Se toccasse a me – ha detto il premier ai leader, cercando di tranquillizzarli – non potrei certo essere io a indicare il nome del successore o formare un esecutivo. Lascerei mano libera ai partiti”, sottolinea il Giorno. La terza considerazione è quella che, “se andassi al Colle, farei di tutto per portare a compimento la legislatura fino a esito naturale”.
Nel nuovo governo senza Draghi alcune caselle resterebbero intatte (Difesa, Esteri, Economia) altre muterebbero. Un governo più politico che tecnico con al vertice o Colao, diretta emanazione di Draghi o la Cartabia. Nelle ultime ore è circolata anche la voce che a succedere al premier potrebbe essere Elisabetta Belloni, ex direttore generale della Farnesina, scelta da Draghi nel maggio scorso per dirigere il Dis (i servizi di sicurezza). Il problema è che coloro che sono al governo temono di perdere il posto, e quindi rimangono scettici verso l’ipotesi della ascesa al Colle di Draghi.