L’ultima “giocata” della giunta Visconti, ormai ad un passo dal crollo (il Pd, partito del sindaco, lo ha ormai scaricato e sull’ente incombe il fantasma dello scioglimento), consiste nel voler affidare la gestione del servizio idrico comunale a una società, la Acquedotti Scpa. Una società consortile a prevalente capitale pubblico, il cui socio di maggioranza è un privato, la Ottogas srl, che detiene il 49 per cento delle quote, mentre l’altro 51 per cento è suddiviso al momento tra nove comuni. Il maggiore azionista (37 per cento) è il comune di Orta d’Atella, nel Casertano, e già questo dovrebbe far drizzare le antenne a qualcuno.
Tempo fa, in tema di esternalizzazione di un servizio che a Marano non funziona al meglio (è altissima la percentuale di evasori e la rete idrica fa acqua da tutti i pori), si ipotizzava un accordo con Abc, la partecipata del Comune di Napoli. E invece i rumors già rilanciati nei mesi scorsi dal nostro portale stanno trovando riscontro. Al Comune qualcuno avrebbe puntato su Acquedotti Scpa e la giunta ha chiesto ora al Consiglio comunale di pronunciarsi sulla possibile adesione al consorzio.
Nei comuni in cui opera Acquedotti, almeno da quel che si legge sui vari siti, le cose non sempre funzionerebbero al meglio. In molti comuni, nonostante l’adesione al Consorzio, non mancano le “cartelle pazze” e uno spropositato aumento delle tariffe.
La società, in pratica, lavorerebbe come una normale azienda privata, con un Consiglio di Amministrazione formato da membri dei Comuni con Presidente, il delegato di Orta di Atella e un Amministratore Delegato, deciso nei fatti dalla società privata. Si gestisce l’acqua come una merce, la si vende, si guadagna e si ripartiscono gli utili.
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