Camorra, la fusione tra il gruppo Orlando e i Polverino: le parole del pentito Giannuzzi

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Teodoro Giannuzzi, collaboratore di giustizia che ha militato per anni nel gruppo Polverino e, successivamente, in quello misto che inglobava parte dei Polverino ancora in libertà e degli Orlando. Il pentito, uno spacciatore operativo nel comune di Quarto, collabora dal giugno del 2017. I suoi familiari, all’indomani della sua decisione di collaborare con la giustizia, furono oggetto a più riprese di minacce da parte di alcuni esponenti del cosiddetto gruppo misto, tra cui Cristofaro Candela, Antonio Agrillo, Antonio Di Maro e altri, tutti destinatari di misure cautelari. Fatti avvenuti a Quarto un anno fa, con riferimento, in particolare, alla figura di Giuseppe Di Pierno, suocero di Giannuzzi.

Per i magistrati, Teodoro Giannuzzi è un collaboratore estremamente credibile. Lo stesso, infatti, avrebbe partecipato a riunioni e summit insieme ad esponenti malavitosi di rilievo, come Giuseppe Simioli, alias ‘o Petruocelo, Giuseppe Ruggiero e Carlo Nappi, arrestati di recente dalle forze dell’ordine. Giannuzzi ha dunque ricostruito l’evoluzione dei gruppi Polverino e Orlando, avendo partecipato sia alla fase di contrasto fra i due gruppi sia a quella culminata con la creazione del gruppo misto.

Il 13 luglio di un anno e mezzo fa Giannuzzi riferisce ai magistrati della Dda quanto segue:

“Ci recammo sul luogo dell’incontro, ricordo che passammo davanti al carcere di Santa Maria Capua Vetere e raggiungemmo una grande tenuta abbandonata, era situata su una montagna protetta da un cancello e catenaccio, già aperti da chi ci aveva preceduti. Nessuno di noi aveva i cellullari, così come da disposizioni date dai latitanti. Io ero la prima volta che ci andavo, gli altri invece no, tanto è vero che già conoscevano la strada. Arrivammo in questa masseria, composta da più piani. Quando entrammo vi erano già ad attenderci Giuseppe Simioli, che io vedevo per la prima volta. Si tratta di una persona sui 50 anni, con i capelli brizzolati e gli occhi chiari, ed era l’unico che era armato. Insieme a lui c’erano zio Carlo, ovvero Carlo Nappi, Alessandro Brunitto, anch’egli latitante, Nicola Raimondo, Cristofaro Candela, Giggino De Cristofaro, Diego Giarra, Pinotto e Di Maro Angelo e Salvatore Ruggiero, ‘o russo. In quell’occasione, tra le altre cose, si discuteva della mia affiliazione e di quella di Di Maro Angelo. Il gruppo decise di affiliare sia me che “Pagliariello”, dando a ciascuno di noi 1500 euro. Ci dovevamo occupare di droga ed estorsioni. Poi ci fecero allontanare e loro continuarono a parlare. Al ritorno andai in macchina con Antonio Gala, Candela Cristofaro e Ruggiero Raffaele.

Dal verbale del 20 luglio 2017:

“Ho conosciuto Vittorio Felaco nell’estate del 2016, quando si trovava con Cristofaro Candela, quest’ultimo me lo presentò come suo amico e disse testualmente che era un compagno. All’epoca era già tutto un gruppo, facevano tutti capo agli Orlando, perché dei Polverino vi erano rimasti pochi ragazzi, ad esempio Diego Giarra, Cristofaro Candela, Pinotto e un certo Michelino, che comunque facevano droga per conto degli Orlando. Una sera, non ricordo bene il mese, parlando con Armandino (Armando Lubrano, ndr), mi disse che gli piaceva una mitraglietta scorpion, così, per tenermelo buono e per quieto vivere, la recuperai da Avallone Carlo, al quale regalai un orologio che mi ricompensò dandomi la mitraglietta, che consegnai a Ciro Di Lanno e Cristofaro Di Lanno, in modo che la consegnassero ad Armando. Incontrai poi Armando dopo qualche tempo e mi disse che la mitraglietta gli era piaciuta, perché era nuova e mi ringraziò. Riconosco nella foto Angelo ‘o malomm, l’ho conosciuto per la prima volta nell’estate del 2015 o meglio subito dopo, quando già c’era stata la fusione con i ragazzi e for ‘o truglio e gli Orlando. Io stavo con Totore ‘o Russo, Lello Ruggiero, Cristofaro Candela, Gigigno ‘o chiattone, Pinotto, Nicola ‘o spagnuolo, Giarra Diego, Nicola ‘o milanese, un altro soprannominato Mario Merola e il cognato di Raffaele Recchia e puorc”.

 

 

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