Io 43 anni, lui 76: il nostro amore e la passione senza rapporti completi

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«Amo un vecchio». Tre parole (brutali, dirette, scarne) che riassumono la storia di Cristina che trovate oggi sulla rubrica #sessoeamore. Lei ha 43 anni, lui 76. E non è il marito o il compagno, ma l’amante. Diciamo che questa storia nega tutti i cliché che ci aspetteremmo da una coppia dove lei è molto più giovane di lui. Per quanto riguarda la differenza d’età: no, lei non è una ventenne a caccia dell’uomo maturo e lui ha ben più dei 50 anni della proverbiale crisi. Per quanto riguarda il sesso, invece, quello fra loro non è né passionale né da urlo ma è, dice lei, un sesso «mentale prima che fisico». Con lui, ammette Cristina, non sempre ha rapporti completi proprio per via dell’età – però è proprio con lui che ha scoperto il sesso, quello che le ha ridato gioia e energia. Infine no, Cristina non ha lasciato il marito su un colpo di testa per vivere la nuova storia: anticipo subito che il lieto fine c’è, ma non è quello scontato del «vissero felici e contenti». Per questo pubblico la sua storia. Perché non è la prima, e spero tanto non sarà l’unica, a concludersi con un finale aperto in cui l’unico punto fermo è la protagonista stessa. Ve lo ricordate? Me lo avevano già scritto Viola, 30 anni, e Anastasia, 44: le loro storie (che continuo a seguire: la prima, che non sapeva scegliere fra due uomini, ha iniziato un rapporto nuovo con un terzo mentre la seconda non soffre più per l’ex che l’ha lasciata) non sono finite con un nuovo amore ma con una vecchia e forse banale, ma non per questo meno importante, consapevolezza. Quella che per stare bene con l’altro (o gli altri) bisogna prima di tutto stare bene con se stesse.

Mi chiamo Cristina, ho 43 anni e la mia è una storia breve. Dopo 17 anni di un matrimonio senza figli mi accorgo di essere senza ossigeno e senza più entusiasmo. Io, una ragazza innamorata da sempre della vita, realizzo che pur cambiando lavoro ogni 4 anni, cercando stimoli nuovi, aiutandomi a reagire nulla cambia. Il vuoto resta. Piango andando al lavoro, piango sulla strada del ritorno. Piango. Non trovo nell’uomo che è mio marito quel ‘latte’ nutriente che serve alla crescita interiore. Un giorno, però, conosco un uomo molto più maturo (ha 33 anni più di me) e tutto si capovolge. Lo accompagno in un tour di due giorni senza che succeda nulla ma dentro di me sta accadendo qualcosa. Inizia, come spesso avviene, una corrispondenza innocente che mano a mano si fa più intima fino a quando dopo sei mesi lo rivedo.

Nel frattempo è accaduto l’impensabile e sono rimasta incinta. Una gravidanza extrauterina che ovviamente non va a buon fine accompagnata però dalla vicinanza spirituale del nuovo uomo che mi fa sentire sempre più lontana da mio marito. Quando lo rivedo, dopo tutto questo carico di dolore, tutte le inibizioni cadono e mi sento libera di vivere il sentimento che ci unisce anche a discapito del mio matrimonio. Tradisco. Tradisco la mia unione, ma dopo tanti anni non tradisco più me stessa. Non mi annullo più e non mi reprimo. Lui oggi ha 76 anni e fisicamente e sessualmente, lo ammetto, ci sono dei deficit per lui dovuti alla perdita di tono fisico e muscolare. I nostri rapporti non sempre sono completi ma paradossalmente lo sono fisicamente. L’erotismo e la libido, per me, hanno un profondo legame con la mente e se un uomo conquista la mia testa è come se lo avesse fatto anche con il corpo. E questo invece ora manca con mio marito: non sono più innamorata della sua testa o forse non lo sono mai stata. Il sesso con lui, di conseguenza, è tenerezza. Dolcezza, coccola. Ma di certo non trasporto, volo, ebbrezza o estasi. Io l’accettavo perché lo pensavo inevitabile. Invece, grazie al mio nuovo amore, ho scoperto che il sesso è legato all’energia vitale e tutta la mia vita cambia di conseguenza.

Il rapporto con mio marito

La storia, infatti, ci travolge ma resta segreta fin dopo un viaggio fatto lo scorso ottobre. Sono stata con lui per un mese nascondendo il reale motivo a mio marito e giustificando il viaggio come una pausa e una vacanza per incontrare lontani parenti. Mi sono così trovata a vivere con un uomo più vecchio di me di trent’anni, a vivere un nuovo quotidiano, a conoscere una nuova me o forse a ridare il benvenuto a quella che sono e che ero. Al mio rientro dal viaggio non riesco a controllare le emozioni e il mio corpo prorompe in un grido e tutta la verità viene fuori. Mio marito accusa il colpo, lo trattiene e non mi caccia di casa. Dice di amarmi e di non volere la fine del nostro matrimonio cristiano. In effetti però è costretto ad accettare una convivenza a tre, dove il terzo uomo, seppur lontano chilometri è molto, molto presente. Non faccio mistero di nulla nei mesi che seguono, parlando brutalmente e chiaramente a mio marito dell’altro e di tutti i nostri discorsi e passi. Nasce un rapporto differente con mio marito, quasi spinto dalla mia nuova relazione a fare quello che in 18 anni non abbiamo mai fatto. Cinema, mostre, discorsi più profondi… Una nuova veste su un matrimonio vecchio…Forse una toppa, verrebbe da dire. È così che decido di tornare fra tre mesi a rivedere l’altro, ma… Ma nulla è come sembra e nel giro di qualche settimana iniziano forti tensioni e accese discussioni con il nuovo uomo forse stanco di aspettare, forse frustrato dalle tante ripetitive telefonate.

E ora?

Così, per concludere, ora mi trovo con un marito a cui voglio bene, che non mi attrae fisicamente e intellettualmente, un amante con il quale ho deciso di prendere un mese di pausa incerta di come sarà in futuro la nostra relazione e con una vita di cui reinnamorarmi. Forse è questa la cosa più interessante e apparentemente negativa: sono costretta a riprendermi in mano, a ritrovarmi per poi essere nuovamente trovata! A volte mi cadono le braccia per la delusione, altre invece mi dico che la vita mi ha messo davanti ad una sliding door e che tutto può ancora cambiare. È cosí che mi preparo a vivere i giorni che verranno, determinata a guadagnare molto, non solo in termini economici. Non avrei mai creduto di potermi trovare in questa condizione perché la mia è sempre stata una vita lineare, senza troppi scossoni ma ora che sono immersa in questo fiume fino ai capelli, pur pervasa dalla paura e dall’ansia di fallire e ritrovarmi sola, ti assicuro di sentirmi davvero viva e fortunata. Fortunata di poter avere una seconda chance.

Emilia, 43 anni

Fonte Il Corriere

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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