Morto alla stazione centrale di Napoli, medico e infermieri rischiano il licenziamento

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Un medico della Croce Rossa e quattro infermieri dipendenti dell’ospedale Cardarelli rischiano il licenziamento per la morte del 42enne deceduto la sera del 3 agosto scorso alla Stazione Centrale di Napoli per mancanza di ambulanze che potessero soccorrerlo in pochi minuti dal malore avvertito. È terminato ieri, infatti, il lavoro della commissione interna voluta dal governatore Vincenzo De Luca all’indomani della tragedia: dall’indagine condotta dal dottor Ciro Galano, responsabile della Centrale operativa 118, è emerso che due ambulanze – una a Scampìa e un’altra alla postazione Crispi – erano disponibili e avrebbero potuto aiutare in tempo l’uomo soccorso invece venti minuti dopo la chiamata.

Da quanto si apprende la prima ambulanza «è rimasta libera dalle ore 20.39 alle 23.57 mentre la seconda dalle 19,47 alle 21.36», ma i quattro operatori in servizio e il medico coordinatore hanno affermato che «nella fascia oraria dalle 21.02 alle 21.21 non era possibile inviare ambulanze perché le tredici postazioni attive erano impegnate in altri interventi». Nei confronti dei cinque soggetti è scattata la richiesta di provvedimento disciplinare, che va dalla censura alla sospensione fino al licenziamento con preavviso o senza preavviso.
Galano ha chiesto al presidente della Croce Rossa, con cui la Regione ha una convenzione, l’immediata sostituzione; ai quattro infermieri la richiesta di provvedimento disciplinare l’ha firmata Ciro Verdoliva in qualità di direttore generale dell’ospedale Cardarelli di cui sono dipendenti.

Il Mattino

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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