L'angolo della cazzimma. Le prossime elezioni (a Marano) e i cani che si mangeranno da soli..

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I cani si mangiano da soli, se magnano uno cu n’at, direbbe Pietro Savastano, uno dei principali protagonisti della fortunata serie televisiva Gomorra 2. E i “cani”, a Marano, quelli che si stanno muovendo in città sperando che si vada al voto nella primavera del 2017 (ma per ora hanno fatto i conti senza l’oste, ovvero la Commissione d’accesso), rischiano di fare una fine più o meno analoga.

Qualche vecchio volpone si nasconde dietro sigle, associazioni, qualcun altro invece naviga sott’acqua, altri ancora sono divorati dall’ambizione e sondano il terreno. Al 90 per cento queste persone finiranno col “bruciarsi”. La città li conosce e non appena usciranno allo scoperto si beccheranno fischi e pernacchie.

Alle prossime amministrative, che si svolgano nel 2017 o nel 2018, non ci sarà spazio per gli ex amministratori della giunta Liccardo, per i trasformisti (vedi alla voce Palladino, che si atteggiava a campione di tattica e strategia e che invece ha fatto la fine dei trac), per i vecchi volponi che vorrebbero riciclarsi e per qualche vecchio arnese con la mania della candidatura.

Comunque vada i cani si mangeranno gli uni con gli altri. Le priorità sono altre. Ora ci vuole “il bastone”, sempre per dirla con le parole di Savastano. Bisogna svecchiare e tanto: deve darsi una mossa il Pd e capire cosa fare da grande e su chi puntare; deve individuare un erede di Bertini la sinistra (cosiddetta) radicale; devono stare un po’ in panchina i vecchi esponenti del cerchio magico di Liccardo; devono rassegnarsi o fare mea culpa quelli che hanno avuto ruoli importanti nel recente passato o che hanno contributo, chi più, chi meno, a rendere Marano meno vivibile di un tempo.

© Copyright 2016 Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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