Scambio di bare, nel forno crematorio il defunto sbagliato

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Le bare erano là, allineate su due carrelli del deposito del cimitero di Prima Porta, l’unico nella capitale attrezzato per le cremazioni. Con la targhetta e i dati personali dei defunti, giorno di nascita e morte. Uno in attesa di essere bruciato, come deciso dalla famiglia, assecondando le volontà espresse in vita, l’altro di essere deposto in un loculo. Come in un romanzo dell’orrore alla Edgar Allan Poe, però, è accaduto l’incredibile. E anche la numerologia ci ha messo del suo: i due morti si chiamavano allo stesso modo, nome e cognome. Erano nati entrambi in estate, agosto. E deceduti nei giorni scorsi, in aprile. L’unico dettaglio che li differenziava era l’età, uno aveva 90 anni e altro 92. Difficile, volendo fare macabre previsioni, non sbagliarsi.

E infatti così è andata: gli addetti alle cremazioni, dopo una sbirciatina al foglietto, tenendo a mente il nome, Sergio, e il cognome, non hanno avuto dubbi. «Forza, è questa, portiamola nell’impianto…» Ma il feretro giusto era l’altro. Nel forno crematorio a 900-1000 gradi è dunque finito il nonno sbagliato, che i parenti avrebbero desiderato piangere davanti a una lapide e un vaso di fiori. E, quando la svista è stato scoperta, negli uffici del cimitero Flaminio, noto anche come Prima Porta, è scoppiato l’inferno: familiari in lacrime, proteste, impiegati contriti, direttore infuriato.

Il Corriere

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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