Baratto amministrativo, la Corte dei Conti bacchetta i comuni. Può esser utilizzato per ottenere agevolazioni e sconti, ma non per saldare debiti pregressi

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Stop della Corte dei conti dell’Emilia-Romagna al cosiddetto “baratto amministrativo”, cioè la concessione ai contribuenti di uno sconto sulle tasse da pagare in cambio di lavori utili alla città. La Corte si è espressa rispondendo ad una richiesta avanzata dal Comune di Bologna e oggi la vicesindaco Silvia Giannini, affiancata dal dirigente Mauro Cammarata, ha reso noto in commissione il pronunciamento. La discussione sullo scambio tra tasse e lavori era nata in base al decreto Sblocca Italia ma ora, riferisce Giannini, “il parere dice che non c’è un fondamento normativo in quella legge”. IL CASO La possibilità nello Sblocca Italia di LAURA MONTANARI.

Nei mesi passati, in diverse città dell’Emilia-Romagna si erano fatti passi avanti in questa direzione. A Modena è stato approvato un ordine del giorno del M5s, autore di un’iniziativa analoga a Reggio. Il dibattito si è aperto anche in Regione ma la mozione portata in Assemblea legislativa è stata bocciata dal Pd, che comunque non ha chiuso del tutto la porta.

La Corte, in sostanza, “ritiene di dubbia legittimità l’andare a chiudere debiti tributari pregressi con quella norma”, cioè lo Sblocca Italia. Inoltre, la Corte “ribadisce chiaramente che le agevolazioni devono avere inerenza rispetto all’attività svolta”, dice il dirigente del Comune di Bologna Cammarata: ad esempio, “non si può concedere un’agevolazione Ici a chi va a pulire un marciapiede, ma semmai un’agevolazione Tari” perché c’è un risparmio sul fronte rifiuti. Quella dell’Emilia-Romagna è la prima Corte ad esprimersi sul tema, senza neanche aver chiesto un parere alle sezioni riunite: questo va letto come un “segnale di grossa convinzione” da parte dei giudici contabili.

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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