Questa volta non vogliamo occuparci, almeno nello specifico, del caso ormai stranoto del Giardino dei cinque sensi, poi divenuto e ribattezzato da Terranostranews il Giardino dei due sensi e trequarti. La vicenda, di cui si spesso abbiamo riferito, è stata sviscerata in tutte le salse: il tempo perso dal Comune, l’accordo saltato con gli occupanti dei terreni, i ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, la decisione dell’Ente di chiedere una proroga alla Regione e di anticipare 180 mila euro.
La storia di quel terreno e dell’abitazione sorta oltre dieci anni fa alle spalle della caserma dei vigili urbani, con l’ufficioso accordo tra i tecnici, i dirigenti e i politici di allora e dell’occupante, in una città normale (non Marano) avrebbe scatenato dibattiti e reazioni. E invece, a parte poche voci, quasi tutti hanno taciuto, mentre altri (vedi alla voce Gennarino Testa) hanno preferito diramare note stampa che spiegano poco o nulla.
A parte questa doverosa premessa, la mattinata ci ha visti protagonisti di uno scambio di opinione con il capitano dei vigili urbani Maria Silvia De Luca, attuale “reggente-gestrice” (posizione organizzativa) del Comando e in predicato di diventare anche comandante del comparto.
La dott.ssa De Luca, al cospetto di due suoi colleghi, asseriva che i vigili urbani, per quella specifica vicenda, ovvero Giardino dei due sensi e trequarti, non avrebbero potuto fare di più di quel che hanno effettivamente fatto, aggiungendo che i mancati sgomberi del terreno e della confinante abitazione non sono andati in porto perché non c’erano (ad un certo punto) le necessarie ordinanze di sgombero. Morale della favola? Avevamo dato, in qualche vecchio articolo in cui ci lamentavamo anche del comportamento delle forze dell’ordine, “un’informazione non corretta”, queste le parole utilizzate dalla De Luca.
Nulla di più falso, invece. Le informazioni sbagliate le continua a fornire colei che potrebbe occupare il delicato ruolo, già rivestito in passato, di comandante di quel comparto. La prima ordinanza di sgombero di quella abitazione, infatti, è datata 2006, ovvero dieci anni fa, ed è un’ordinanza che non è mai stata revocata. Nessuno, in questi anni, è mai intervenuto e parliamo, lo ripetiamo, di una casa che è stata costruita alle spalle della caserma. Una vergogna senza precedenti, insomma. Dov’era in tutti questi anni la dott.ssa De Luca?
Ma la dott.ssa De Luca, che pure lavora a Marano da diversi anni, non era al corrente di questa cosa o non se lo ricordava e ha tentato di sposare una tesi avversa alla nostra tanto per dire qualcosa contro la stampa, colpevole di denunciare quotidianamente i mille abusi che passano sotto silenzio in città.
Ma andiamo avanti con le inesattezze: il 9 ottobre del 2015, con una nuova ordinanza di sgombero già sottoscritta dall’ufficio tecnico comunale, il Tar, con un apposito pronunciamento, dava il via libera al Comune per mettere in atto la propria azione amministrativa (sgombero). Dal quel giorno al 25 novembre del 2015, giorno in cui il Consiglio di Stato concedeva la sospensiva alla famiglia Cerullo, il Comune e i vigili urbani non hanno fatto un bel nulla, a parte prendere possesso del solo terreno. Ricordiamo che l’ordinanza di sgombero vale sia per il terreno che per l’abitazione. Un dato sembra sfuggire al solerte ufficiale del comando vigili di Marano.
Più di 40 giorni in cui si sarebbe potuto intervenire e non lo si è fatto. Le date, i fatti parlano chiaro. La dott.ssa De Luca, a nostro modestissimo avviso, dovrebbe pertanto essere leggermente più attenta e accettare il fatto che a Marano, sfortunatamente o fortunatamente, c’è qualcuno che le carte le legge. Carte che dovrebbero essere lette con attenzione anche, e soprattutto, da chi occupa ruoli di responsabilità all’interno della macchina comunale.
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