Consiglio comunale, il pagellone di Terranostranews. Paragliola si incarta, la maggioranza è silente e Bertini si attacca ai post…

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Torna il consueto appuntamento con il pagellone di Terranostranews. Il consiglio comunale, appena archiviato, passerà alla storia come il tentativo di zittire i cittadini e i giornalisti che esprimono considerazioni sulle proprie pagine social. Considerazioni strettamente personali, tra l’altro avallate dal contenuto delle relazioni che hanno portato allo scioglimento del comune per camorra. Una seduta vergognosa, insomma, di cui sentiremo parlare (nei prossimi mesi) anche nelle aule giudiziarie.

Maggioranza: Per un’ora nessuno prende la parola, nessuno si azzarda a rispondere ai vari Albano, Giaccio, Bertini, Passariello e Abbatiello. Tutti muti, allineati a coperti, pronti a prendere sberle (chi ne prende di più è sempre il presidente Paragliola) a destra e a manca. Chi ha più esperienza, Pasquale Coppola, tace per motivi che tutti conoscono; chi ne ha di meno, invece, teme di fare brutta figura e non si sbilancia. Voto 2. Un vecchio adagio recita: chi ha paura, non va a letto con le belle donne.

Mauro Bertini: Alle soglie dei 75 anni, anziché venire in aula e spiegare al popolo, al suo “popolo”, le ragioni per cui non intende rispondere ai giudici che lo vogliono interrogare sulla questione Pip, si presenta in aula con un foglietiello, contenente un post di un privato cittadino. Lo cita, chiedendo all’amministrazione comunale di adire le vie legali per punire uno che ha, udite udite, osato scrivere che molti dipendenti comunali o gente che lavora per il Comune ha legami con il malaffare. Cioè quello che ha rilevato pochi mesi fa il Ministero dell’Interno e che lo stesso Bertini, in piazza della Pace (abbiamo l’audio) disse pochi mesi fa durante un comizio (“molti dipendenti sono a libro paga dei mammasantissima di Marano”). Voto 0. Siamo ben oltre la frutta, il dolce e l’ammazzacaffè.

Mimmo Paragliola: Si incarta da par suo, come spesso gli capita. Prima sui verbali delle sedute precedenti, poi consente a un consigliere di leggere in aula i post di privati cittadini di Marano, che non fanno politica attiva, dando la possibilità a un consigliere, indagato per corruzione, di mettere alla berlina un cittadino e senza il minimo contraddittorio. Una bassezza senza pari. Voto -0.

Pasquale Albano: E’ ormai il neo Masaniello della politica cittadina. Sono lontani i tempi in cui Albano, democristiano nel midollo, si esprimeva in politichese e iacolarese. Ora fa il Bertini di turno (quello vero ormai è l’ombra di se stesso). Dice alla De Nigris che qualcosa non funziona a dovere nel settore igiene urbana, che qualcuno ha a lungo favorito la società Tekra (storia penali anni 2018) e che osserverà attentamente il suo operato. Poi passa a Visconti, il sindaco sedicente democratico, sostenendo che ha in mente di cementificare la città. Voto 6,5. Troppa roba, Albano, conservati qualche cartuccia.

Rodolfo Visconti: anziché pensare ai problemi della città (ne avrà almeno mille), dà corda a un consigliere che non risponde ai giudici, di cui, in campagna elettorale, aveva detto: “E’ uno esperto, io voglio allargare a sinistra”. Poi, capito che nessuno in casa sua sa spiaccicare due o tre paroline sensate, risponde ad Albano, chiarendogli che non ha alcuna intenzione di sbloccare la lottizzazione C17. Sui migranti, come suo costume, preferisce la linea diplomatica: “sono di sinistra, cristiano, chi è in difficoltà sarà aiutato. Potrò fare anche qualche forzatura”, contraddicendo ciò che aveva detto all’inizio, ovvero che come rappresentante delle istituzioni non può andare contro la legge, cioè il decreto sicurezza. Voto 5. La chiarezza non è il suo mestiere.

Rosario Pezzella. La sviolinata alla De Nigris, neo assessore all’Igiene urbana, è degna del miglior sviolinatore del web. Stesso dicasi per le parole rivolte a Bertini. E pensare che era anche il candidato della Lega. Impagabile. Voto 2.

Stefania Fanelli: Bocciata la sua proposta di istituire uno sportello casa. Parla in aula diverse volte e ogni volta la maggior parte delle persone (presenti in aula) discute di altro, tanto che il presidente Paragliola è costretto più volte a chiedere ai convenuti di darsi una calmata. Parla, ma gli altri pensano ad altro. Voto 3.

 

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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