Il conclave è alle porte e la Cappella Sistina si prepara ad accogliere i cardinali arrivati da ogni latitudine del mondo. Tra rituali e record, saranno in 134 quelli chiamati a scegliere il prossimo Papa: dando il via al raduno più affollato, e più social, della storia, almeno finché le porte non si chiuderanno. Tra loro c’è anche chi percorrerà mezzo mondo pur di esserci: John Atcherley Dew, 77 anni, partirà dalla Nuova Zelanda per affrontare oltre 30 ore di viaggio e 3 scali prima di atterrare a Roma. Ex arcivescovo di Wellington, il prelato ha il titolo non ufficiale di “cardinale dalla fine del mondo”. Prima di ricevere la porpora, si era distinto per il suo impegno nell’aprire la comunione ai divorziati risposati, accendendo non poche polemiche. C’è poi l’elettore più anziano della Sistina: Carlos Osoro Sierra, arcivescovo emerito di Madrid. Soprannominato affettuosamente “il pellegrino” da Papa Francesco per le sue lunghe camminate tra la gente. Ancora in extremis tra i votanti: il 16 maggio, compiendo 80 anni, avrebbe perso il diritto di voto. Non tutti, però, hanno avuto la stessa sorte. George Alencherry, arcivescovo di Ernakulam-Angamaly in India, ha festeggiato 80 anni il 19 aprile, proprio due giorni prima della morte di Bergoglio. In questo caso niente conclave per lui. Chi, invece, ce la farà ancora una volta è Vinko Puljić, 79 anni e mezzo, che porta con sé la forza dei Balcani. Il suo è un record che affonda le radici nel lontano 1994, quando Giovanni Paolo II lo nominò cardinale. Con due conclavi già alle spalle, Puljić avrà ancora una volta voce e voto.
A stabilire il record di giovinezza invece è Mykola Byčok, cardinale ucraino, che con i suoi 45 anni è il più giovane degli elettori. Ma le sue esperienze in Russia e negli Stati Uniti possono essere utili per costruire un ponte al servizio della diplomazia vaticana. Sul fronte dei social, il più “contemporaneo” è senza dubbio il filippino Luis Antonio Tagle, che spopola (anche in negativo) su X e Facebook con reel dove interpreta “Imagine” di John Lennon o si scatena sulle note di balli tradizionali. Con 149mila menzioni e una pagina Facebook con oltre 600mila follower, il cardinale è un vero influencer della Chiesa. Un altro protagonista sui social è il cardinale di New York, Timothy Dolan, che twitta direttamente dalla Basilica di San Pietro, promettendo: «Niente scoop, solo ordinaria amministrazione». Sarà invece l’indiano George Jacob Koovakad, prefetto del Dicastero per il dialogo interreligioso, a chiudere la porta della Cappella Sistina dopo “l’extra omnes”, segnando l’inizio del conclave. Spetterà sempre a lui il compito di aprire la processione d’ingresso in Sistina, seguendo l’ordine inverso di precedenza previsto dal cerimoniale. Intanto, tra una congregazione e l’altra, i porporati riscoprono la tradizione della pasta del conclave: burro, parmigiano e tanta semplicità, in ricordo dei tempi in cui Papa Gregorio X, esasperato dalla lentezza dei cardinali, li mise a pane e acqua pur di accelerare l’elezione.