Un sit in di gruppi di cittadini e di associazioni per chiedere giustizia, all’esterno del Tribunale dei minori di Napoli. Nelle stesse ore, all’interno di un’aula di giustizia, l’attesa del verdetto: quello a carico del minorenne imputato per l’omicidio di Giovanbattista Cutolo, il musicista ucciso a 24 anni la scorsa estate, all’interno di un pub di piazza Municipio. Questa mattina, dunque, ore 9.30, viale Colli Aminei, primo round: toccherà a un magistrato esperto del calibro del gip Umberto Lucarelli trarre le conclusioni, su un delitto che ha colpito una buona fetta di opinione pubblica nazionale. Chiara la strategia delle parti in campo.
Una vicenda drammatica, su cui la città si è a lungo interrogata. Era il 31 agosto scorso, alba di fine estate, all’interno del pub di piazza Municipio. Giovabattista Cutolo ha 24 anni, fa il musicista ed ha talento, passione, capacità di abnegazione. Fa parte della parte sana di Napoli, quella che con i propri sacrifici riesce ad ottenere dei risultati nel mondo della cultura e del lavoro e non ha alcuna colpa per quello che avviene all’interno del pub. In sintesi, un gruppo di malviventi dei Quartieri spagnoli aggredisce gli amici di Giogiò. Solita inciviltà: avevano parcheggiato male lo scooter sul marciapiede, ma non volevano spostarlo dopo le rimostranze (per altro garbate) da parte di una ragazza. Parte l’aggressione, uno dei vigliacchi brandisce addirittura una sedia contro il gruppo di ragazzi. A questo punto interviene Giovanbattista Cutolo, che prova a difendere un amico che sta avendo la peggio. Non è finita, purtroppo. Anzi: è il momento in cui, dal gruppo di facinorosi, spicca la sagoma del minorenne. Ha una pistola alla cintola e – opportuno ribadirlo – finora non ha ingaggiato colpi nella rissa. È rimasto in disparte a guardare, fino a quando non decide di impugnare l’arma. Spara a distanza ravvicinata. Uccide un ragazzo di 24 anni senza un motivo, lo fa quando anche la lite stava via via scemando. Uccide a sangue freddo, per poi tornare nella sua abitazione ai Quartieri spagnoli. Poi, una volta a casa, l’assassino inganna il tempo giocando a carte.
Fonte Il Mattino