L’editoriale della domenica. Marano, i processi che vanno “a vrenna”. Il caso Simeoli e le conseguenze sui procedimenti giudiziari in corso

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Indagini partite con anni di ritardo, assoluzioni clamorose che incidono e si ripercuotono su altri processi. Difficoltà a comprendere un contesto territoriale e criminale, come quello di Marano, dove anche chi è del sistema deve talvolta sottostare alle leggi della concorrenza interna. Concorrenza tra imprenditori e imprenditori, criminali semplici e non, famiglie e famiglie.

Le evidenze storiche, politiche, le ricostruzioni degli inquirenti, dei pentiti (decine di pentiti) e dei media sono palesi a Marano: per oltre 35 anni il pallino del gioco, sul fronte politico, del cemento e del traffico di hashish, è stato nelle mani di alcune persone, alcune famiglie. Le indagini e i processi hanno accertato tanto, ma non tutto e non tutto per le premesse fatte all’inizio dell’articolo.

La recente assoluzione (in uno dei diversi processi cui è sottoposto) di Angelo Simeoli dall’accusa di concorso esterno con il clan Polverino ha fatto segnare un punto a favore non solo di Simeoli, ma anche di altri imputati in altri processi e, tra questi, anche quello che sta per andare in archivio e che vede coinvolti i fratelli Cesaro e l’ex sindaco Mauro Bertini.

Gli avvocati difensori amano ripetere, soddisfatti per la piega che stanno prendendo diversi processi, che tutto “sta per andare a vrenna”. Un’espressione dialettale per dire che l’esito giudiziario si concluderà con un nulla di fatto.

Caduta l’aggravante mafiosa per Simeoli (almeno nel processo madre archiviato venticinque giorni fa), sarà difficile poter dimostrare che i vari imputati (nei vari processi) abbiano avuto contatti con un esponente vicino al clan. Non solo il processo con Simeoli, Santelia, Bertini e i Cesaro rischia di andare “a vrenna”, ma anche altri poiché il presupposto su cui si basano talune accuse verte proprio sul ruolo di “don Angelo”. Cade l’aggravante mafiosa e potrebbero dunque prescriversi i presunti reati relativi alle ipotesi corruttive.

Rigore, ad ogni modo, è quando arbitro fischia, avrebbe esclamato l’ex e compianto tecnico della Sampdoria Vuja Boskov. Ma al netto di queste elementari considerazioni di carattere giuridico (fanno fede i verdetti e non le ricostruzioni, seppur più che verosimili), resta l’amaro in bocca tra chi conosce bene le cose di alcuni territori, di quali rapporti ci fossero tra esponenti politici e soggetti borderline, tra imprenditori e criminali di primo piano, tra colletti bianchi e tecnici comunali. Il tempo, su alcuni filoni investigativi, non è stato galantuomo e, forse, non ci restituirà verità storiche (non giudiziarie) che in tanti conoscono.

A pagare, con il carcere e con condanne definitive, sono stati pochi. La famiglia di Antonio Simeoli, altro noto imprenditore del mattone, ha pagato più di tutti. Arresti, condanne e pene espiate. Qualcun altro è stato condannato in primo grado e ora affronta il secondo round giudiziario. Moltissimi, tra i trafficanti di droga e killer, stanno scontando in carcere pene pesanti. Tanto si è fatto, dunque, ma non quanto si potesse fare. Le colpe sono note agli addetti ai lavori: indagini non partite quando dovevano partire, indagini non sempre fatte con la dovuta attenzione, bravura e abilità dei collegi difensivi, giudici in qualche modo confusi dal fatto che anche chi era ed è del sistema ha pagato (per poter lavorare) i pezzi grossi. Una mezza boutade, quest’ultima, poiché tutti sanno che taluni pagano non in quanto vittime di estorsioni da parte del clan, ma pagano per poter mantenere un privilegio, una posizione di vantaggio sul mercato rispetto ad altri. Posizioni di vantaggio ottenute proprio grazie alla relazione con il clan.

Tanti processi andranno “a vrenna”, a farsi benedire dunque. Ma quello che è emerso in questi anni, dai processi e dalle indagini e da tante denunce del nostro giornale, resta e resterà. La verità giudiziaria, purtroppo, non sempre coincide con quella storica. Ma la storia è storia e non si cancella.

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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