Lavatrice, forno, frigorifero: ecco gli effetti del caro-energia

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In attesa che l’Europa si attrezzi per un tetto al prezzo, il cui solo annuncio ha avuto effetti sul famigerato riferimento Ttf di Amsterdam (ieri ha chiuso a 254 euro, in calo del 6,8%) la corsa degli indici di riferimento del mercato energetico si è già riverberata sulle nostre bollette. Il governo è al lavoro per evitare il peggio, intanto in famiglia si rifanno i bilanci. Assoutenti ha quantificato la stangata in 1.231 euro rispetto al 2020. Noi abbiamo provato a fare i conti da massaia per capire come sta cambiando il quadro, voce per voce.

Per farlo partiamo dal costo unitario dell’elettricità: nel 2021, recita la relazione annuale di Arera, per la fascia media di consumo è stato di 0,231 euro al kWh. Venendo ai mesi più recenti, e restando sul mercato tutelato, ci soccorrono gli aggiornamenti trimestrali dell’Autorità per l’energia. Per il terzo trimestre dell’anno ha fissato il prezzo dell’elettricità a 0,4151 euro al kWh, di cui il 75,1% fa capo al costo dell’energia, il 4,6% alle voci di commercializzazione, il 9,3% alle spese di trasporto e gestione del contatore, l’11% alle imposte mentre non sono contabilizzati oneri di sistema, azzerati per decreto. Questo consente già di fare un raffronto sul 2021. Ma a fine luglio l’Arera ha segnalato al Parlamento il rischio che a fine settembre, quando saranno fissate le tariffe per il quarto trimestre, stando alle attuali quotazioni di mercato (l’Autorità faceva riferimento al gas al Ttf di Amsterdam a 200 euro al mWh, livello poi superato) sarà necessario mettere nero su bianco un incremento del 100% delle bollette italiane, in assenza di interventi che il governo ha allo studio. In soldoni, si rischia di raddoppiare il costo dell’energia del terzo trimestre e quindi si può ipotizzare un costo unitario di 0,8302 euro al kWh per la parte finale dell’anno.

Ora, ricostruita l’evoluzione dei prezzi resta da vedere quanto consumiamo in media per lavatrici&Co. Ci viene in aiuto lo studio che l’Enea ha pubblicato a metà luglio proprio per suggerire alcuni cambi normativi e di comportamento che consentirebbero importanti risparmi di gas, nell’ottica di contribuire ciascuno per la sua parte allo svincolarsi dalle forniture russe. Da lì ricaviamo i consumi medi annui stimati per una famiglia tipo e, calcolatrice alla mano, verifichiamo quanto ci costavano nel 2021, e quanto se i livelli attuali o di fine anno si mantenessero fissi per tutta una stagione (cioè annualizzandoli). Ecco, allora, che per una lavatrice da 8 chili in classe A, il 2021 presentava un conto di 39,6 euro che ai livelli del terzo trimestre lieviterebbe a 71,4, per poi esplodere a 142 in caso di aumento ancora nel quarto. Una differenza, appunto, di 100 euro all’anno nell’ipotesi di una nuova esplosione delle tariffe. E stiamo parlando di un elettrodomestico efficiente, perché sfonderemmo i 200 euro di rincaro in caso di elettrodomestico in classe G.

Abbiamo applicato lo stesso ragionamento a una lavastoviglie da 12 coperti, che per 365 cicli all’anno costava solo 28,7 euro nel 2021 e che sale a 51,5 euro con i costi del terzo trimestre per portarsi a 103 euro nell’ipotesi di maxi-rincari di fine anno. Anche in questo caso, con una lavastoviglie meno efficiente il rincaro nello scenario peggiore salirebbe a 142 euro. Il solo mantenimento di un frigorifero da 200 litri passa dal costare 23 a 83 euro, nelle due ipotesi estreme (livelli di prezzo del 2021 e del quarto trimestre 2022), un forno acceso 100 volte in un anno da 10 a 36 euro. Solo di illuminazione, una casa di poco più di 80 metri quadri vede il costo annuo passare da 66,7 a quasi 240 euro.

Già solo considerando queste semplici operazioni quotidiane, la bolletta presenta un rincaro sul 2021 di 134 euro ai livelli di prezzo attuali (con gli elettrodomestici in classe A), che lievita a 243 se la casa non ha dotazioni efficienti.

Fin qui le voci elettriche, perché poi c’è anche il capitolo del gas. Il conto della doccia, per esempio, fa impressione: 486 euro per una famiglia nel 2021, già 665 ai livelli di prezzo del terzo trimestre 2022 e ben 1.330 considerando per un anno i livelli paventati dall’Arera a fine 2022. La progressione è evidente anche solo per far bollire l’acqua della pasta: attività da 32 euro all’anno nel 2021, 44,8 euro con i prezzi attuali e quasi 90 con l’ipotesi peggiore. Ecco allora che il razionamento, indotto dai costi, più che un’opzione di governo diventa una scelta obbligata già tra le mura di casa.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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