L’accordo sulla riforma fiscale mette al riparo da possibili rincari la cedolare secca sugli
affitti, la flat tax delle partite Iva. Buone notizie per i proprietari di immobili ad uso abitativo e per le piccole partite iva. La cedolare secca rimarrà invariata al 10% per i canoni concordati e al 21% gli affitti di mercato. Blindato anche il regime forfettario per le partite iva con aliquote al 15% e al 5% per le nuova attività.
Approfondiamo adesso quelli che sono i vantaggi derivanti dalla scelta
degli affitti con contratto a canone concordato:
Se si opta per la tassazione IRPEF:
Riduzione della base imponibile Irpef: il canone di locazione ridotto della
percentuale forfetaria del 5% e rapportato alla percentuale di possesso, viene
ulteriormente ridotto del 30%;
Riduzione della base imponibile per l’imposta di registro: è prevista una riduzione
del 30% della base imponibile sulla quale calcolare l’imposta di registro;
Se si opta per la cedolare secca:
Riduzione aliquota cedolare secca: l’aliquota di tassazione applicabile sul 100%
del canone di locazione, è ridotta dal 21% al 10%;
Detrazioni comunali: i Comuni hanno facoltà di stabilire aliquote più basse per
l’Imu oppure maggiori detrazioni.
Ma sono previste agevolazioni fiscali anche per l’inquilino, a patto che risulti
intestatario del solo contratto di locazione a canone concordato e l’immobile in
questione sia adibito ad abitazione principale. Soddisfacendo tali requisiti, ecco le
agevolazioni fiscali ai fini Irpef previste:
€. 495,80 se il reddito complessivo (comprensivo del reddito assoggettato al
regime della cedolare secca) non supera €. 15.493,71;
€. 247,90 se il reddito complessivo (comprensivo del reddito assoggettato al
regime della cedolare secca) supera €. 15.493,71, ma inferiore a €. 30.987,41.
Dott. Michele Napolano
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