Processo Bertini-Simeoli-Cesaro, i Ros ascoltati in aula. La vicenda Pip, i capannoni, le tangenti

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Nuova, importante udienza a Napoli nord per il processo che vede imputati Angelo Simeoli, Mauro Bertini, i fratelli Aniello e Raffaele Cesaro nonché l’ex consigliere di Marano Dino Pellecchia (per quest’ultimo reato già prescritto).
Ieri il perito nominato dal tribunale, dottoressa Tessitore, ha chiesto 30 giorni di tempo per una nuova trascrizione dell’intercettazione, la numero 138, e il deposito in pubblica udienza per il 12 aprile 2022.
Nella giornata di ieri è stato ascoltato il teste, Granato Michele, maresciallo del Ros che si occupò delle indagini sull’area Pip di Marano.
L’avvocato Vincenzo Maiello, difensore dei Cesaro, ha chiesto delucidazioni in merito a alla gara di appalto del Pip, bandita dal Comune di Marano e relativa all’anno 2004. Dalle investigazioni dei carabinieri, ha riferito Granato, è emerso che il Comune ha chiesto verifiche dei requisiti alla ditta Giustino spa e coinvolto l’autorità garante sugli appalti pubblici. Successivamente ha invitato la ditta Giustino (ditta invitata a partecipare alla gara, ma che non aveva i necessari requisiti, ndr) a partecipare alla gara.
Nelle intercettazioni effettuate, secondo quanto ricostruito dal militare, vi sono una serie di conversazioni in cui i fratelli Cesaro fanno riferimento a Mauro Bertini e che sono tutte agli atti. Il carabiniere ha inoltre dichiarato che i Cesaro hanno incontrato i Polverino e ciò emerge dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Perrone Roberto.
Uno dei capannoni del Pip fu acquistato da Marchesano Michele, sposato con una sorella dei Polverino. Una società di ingrosso alimentari.
L’avvocato Filippelli, difensore di Bertini, ha chiesto al maresciallo Granato informazioni su Di Guida Antonio (non imputato, ndr). Granato ha ripercorso la storia politica e imprenditoriale del Di Guida fino al momento in cui è diventato assessore provinciale, ciò avvenne durante gli anni della presidenza di Luigi Cesaro. Granata ha riferito che tra Bertini e Di Guida non c’erano rapporti di natura politica.
In merito al Pip, sia di Marano che di Lusciano (per il quale è in corso altro processo), per trovare documentazione inerente i Ros si recarono presso la ditta Cesaro Costruzioni. L’avvocato Auriemma, difensore di Angelo Simeoli, ha chiesto al maresciallo Granato quali fossero i rapporti tra Simeoli e Di Guida. Il maresciallo ha riferito di rapporti inerenti ad alcuni lavori svolti nella zona di Giugliano e a quelli per la masseria Galeota.
L’avvocato Balzamo, difensore di Pellecchia Eduardo, ha chiesto al maresciallo se fosse a conoscenza di un certo Nicola Marra (non indagato, ndr). Il maresciallo lo descrive come un collaboratore del Di Guida Antonio.
L’avvocato Maiello ha inoltre chiesto all’inquirente quando fosse stato sentito a sommarie informazioni Bertini. Il maresciallo ha riferito che è stato ascoltato il 26 gennaio 2016 e 11 febbraio 2016.
Ancora Maiello ha chiesto se Bertini conoscesse i vertici della Giustino Costruzioni e il maresciallo ha riferito che ciò è emerso in queste sommarie informazioni.
Il pm Di Mauro ha invece chiesto al maresciallo chiede se Polverino Giuseppe fosse libero, latitante o altro. Il maresciallo ha riferito che all’epoca, nel 2005 circa, Polverino era latitante. Il Pm ha chiesto circa il ruolo di Simeoli Angelo in riferimento al Pip e dei suoi interessi a riguardo. Il maresciallo ha riferito che Simeoli avesse interesse e ciò è emerso dalle dichiarazioni del Trinchillo Giuseppe (imprenditore sentito come teste, ndr) e anche a seguito di intercettazioni a Paolo Di Mauro (defunto agronomo, ndr).
Il Pm ha chiesto ancora se avessero utilizzato la informativa All the way, inchiesta che si occupava del Pip di Lusciano in merito anche alle vicende di Marano. Dai dati investigativi inoltre è emerso che i Cesaro soldi al Bertini.
Di Mauro, ancora, chiede se il Bertini avesse fatto ordinanze di demolizione per la serie di abusi edilizi perpetrati nel comune di Marano. Il maresciallo ha riferito di no. Il pm, inoltre, ha chiesto chi fosse inoltre l’autista del Bertini. Il maresciallo ha riferito che era un dipendente del Comune ed era parente di un esponente di spicco del clan Polverino.
Sul banco dei teste anche il Colonnello Salvatore Sferlazza, ex comandante del Ros di Napoli. Il pm ha chiesto quale tipo di indagini avessero svolto nei confronti di Bertini e Simeoli. L’ufficiale ha dichiarato che le attività sono iniziate nel 2015 di ottobre per una serie di segnalazioni di commistioni tra camorra e politica e ha ripercorso storicamente l’inizio delle attività amministrative per il Pip dal 2005 fino al 2015. In merito al Simeoli si segnalano degli assegni che lo stesso ha fornito a Bertini e che provenivano dai Cesaro e che avevano una serie di girate. Il colonnello sarà risentito la prossima udienza.
© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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