L’intervista, Alessandra Caldoro (FdI): «Il direttivo sarà organo di sintesi. Attacco De Luca perché conosco il suo sistema»

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Alessandra Caldoro, architetto, dopo essersi candidata con Fratelli d’Italia alle ultime elezioni amministrative di Napoli, totalizzando 728 voti di preferenza, entra a far parte del direttivo locale del partito varato dal segretario cittadino Sergio Rastrelli.

Si aspettava il risultato elettorale suo e del suo partito?

«Il mio risultato elettorale è stato al di sopra delle aspettative. La candidatura non era in programma, quando mi sono iscritta a Fratelli d’Italia il partito mi ha chiesto di candidarmi e ho accettato. Non avendo preparato la candidatura, e avendo avuto solo un mese, posso dire di essere molto soddisfatta del mio risultato. Non posso dire, invece, di essere soddisfatta del risultato del partito, ma, dopo quello che è successo, con le liste ricusate in 8 municipalità, era prevedibile.»

Felice della nomina nel nuovo coordinamento cittadino? In cosa consisterà il suo ruolo?

«Sono molto felice e grata al coordinatore Sergio Rastrelli e al partito per la nomina e soprattutto per la fiducia. Rastrelli ha immaginato un coordinamento che sia un tutt’uno con lui. Quindi il mio ruolo sarà in totale unità e sinergia con tutto il direttivo. Ci aspetta un grande lavoro sia organizzativo che politico e ho grande ottimismo.»

Perché i consensi del partito locale non sono all’altezza dei numeri nazionali?

«Proprio perché mancava di un coordinamento capace di rendere il partito attrattivo come merita di essere. Abbiamo una leader molto attrattiva che è stata capace di fare crescere Fratelli d’Italia. A Napoli il partito è rimasto indietro, il nostro compito è di colmare questo divario e portare FdI a Napoli sulle percentuali nazionali.»

Non crede che le lotte tra correnti blocchino la crescita del suo partito?

«Le correnti sono funzionali ai partiti, devono esserci per farli crescere. L’importante è che ci sia un organo che sia in grado di armonizzare. Adesso c’è.»

Come giudicate il lavoro politico del sindaco Manfredi per il salvataggio finanziario di Napoli?

«Il giudizio sul sindaco Manfredi al momento è molto negativo. Ha vinto le elezioni promettendo il “patto per Napoli” che non esisteva. La prima azione concreta è stato un sito di compostaggio, un pessimo inizio. Faremo una opposizione seria fatta di controllo e vigilanza ma anche di proposte.»

Lei ha attaccato De Luca praticamente su tutto, perché ce l’ha così tanto con il governatore? Non rischia di demonizzarlo come per tanti anni la sinistra ha fatto con Berlusconi?

«Non attacco De Luca per partito preso come è stato fatto in tanti anni con Berlusconi. Lo attacco perché conosco molto bene e da molti anni il suo sistema di potere, che solo recentemente sta venendo alla luce nelle inchieste sul “Sistema Salerno”. Sono garantista, ma la condanna politica al sistema di potere di De Luca non ha bisogno di aspettare i tribunali. Potrei scrivere un libro dalle “fritture di pesce” alle chiusure delle scuole, dal Crescent agli ospedali covid fantasma e sarebbe un libro senza fine. Solo oggi due episodi da condannare politicamente. La sua presenza inopportuna e ingombrante in consiglio comunale che rimarca la mancanza di autonomia del sindaco Manfredi e l’apertura di hub vaccinali nelle scuole. Le scuole sono luogo di uguaglianza. Il vaccino non è obbligatorio e vaccinare i bambini nelle scuole, al di là di come la si pensi sui vaccini ai bambini, favorirà diseguaglianze e discriminazioni. Confido in un tempestivo intervento del ministro Bianchi. La scuola deve rimanere fuori dalla propaganda politica e De Luca, per un po’ di consenso, ha già sacrificato la scuola chiudendola illegittimamente, come decreta la sentenza del Tar, per quasi un anno. Non rischio di demonizzarlo, si demonizza da solo.»

© Copyright Emiliano Caliendo, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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