Manfredi, in giunta c’è anche Mancuso: l’ex magistrato che andava a caccia in Albania con criminali e camorristi

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Lo strano caso di Paolo Mancuso. Era il coordinatore della procura antimafia di Napoli, ma andava a caccia in Albania con camorristi e criminali. Anzi, uno di loro, Andrea Spiezia, fornisce nel 2004 il più granitico degli alibi ai carabinieri che sono piombati a casa sua dopo l’ennesimo omicidio fra i clan di Napoli: «Non sono stato io, io ero a caccia con il procuratore in Albania».

Paolo Mancuso, allora a Napoli, poi alla guida della procura di Nola e ora assessore con il neo sindaco Manfredi, aveva una certa dimestichezza non con uno ma con ben tre soggetti legati o sospettati di appartenere alla malavita. Ma il 20 ottobre 2006 – come scriveva anni fa Il Giornale – la sezione disciplinare del Csm scioglie questo nodo increscioso e assolve Mancuso, pezzo grosso di Magistratura democratica in Campania, ai vertici del Dap, le carceri italiane, fra il luglio 97 e il luglio 2001, e gli restituisce la carriera e la possibilità di conquistare nuovi traguardi. Mancuso aveva addirittura vistato il provvedimento di cattura nei confronti di uno dei tre. Irrilevante, dicono i giudici del Csm, perché Mancuso ne firmava centinaia. Figurarsi se poteva ricordarsi tutto. Una vicenda che a tanti è sembrata a dir poco surreale, anche perché – secondo il Csm dell’epoca – non valgono nemmeno le intercettazioni telefoniche raccolte in un procedimento penale. Non si possono, in pratica, traslare dal penale al disciplinare.

Oggi Mancuso, ancora presidente del Pd napoletano, è uno dei nuovi assessori di Manfredi, con delega all’Ambiente. L’attuale assessore non è mai stato destinatario di provvedimenti giudiziari, è bene ribadirlo, ma quelle vecchie frequentazioni rappresentano comunque un capitolo non bello della sua pur prestigiosa carriera.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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