Miasmi nauseabondi e proteste? Giugliano “è un’espressione geografica” e il suo destino non interessa a nessuno

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Non ce ne vogliano gli amici giuglianesi, molti dei quali anche nostri lettori. Non ce ne vogliano se scriviamo che “Giugliano non è altro che un’espressione geografica”. La frase, celebre, è naturalmente ripresa da Klemens von Metternich, il cancelliere austriaco che la coniò per l’Italia.

Da un mese e mezzo non si fa altro che parlare di miasmi, puzze nauseabonde in tutta Giugliano e nei comuni limitrofi. Colpa degli impianti per la raccolta dei rifiuti, delle discariche attive sul territorio? Finora nessuno ne è venuto a capo e quando ci ha provato qualche organo di stampa locale, nel tentativo di imitare Report o certe inchieste (che hanno spesso il sapore della propaganda politica) di Fan Page poco ha raccolto. La verità è un’altra: di Giugliano, pur essendo un comune vasto e densamente popolato, il terzo della regione, non interessa a nessuno, in primis ad almeno l’80 per cento degli stessi giuglianesi.

Figurarsi se l’Arpac, agenzia regionale nata e gestita per fini prevalentemente politici, possa impegnarsi sul serio in indagini per scoprire la puzza da dove arrivi e da chi sia provocata. Non ci crede nessuno, giustamente. E le forze dell’ordine? Ma la conoscete la storia di Giugliano e degli altri comuni limitrofi? Meglio non ripeterla, rischieremmo di beccarci qualche bella querela. Da 20 anni, del resto, non si riesce nemmeno a porre fine all’emergenza provocata dagli insediamenti rom e al “festival” dei roghi tossici.

Giugliano è un enorme paesone, con potenzialità elevatissime, ma purtroppo piegato da oltre 50 anni alle logiche del malaffare, della mala politica, del cemento, con un senso civico (in senso lato) quasi vicino allo zero. Giugliano fu venduta tra gli anni Ottanta e Novanta: doveva essere la città delle discariche da un lato e delle grandi speculazioni dall’altro. Così è stato.

Giugliano, come Melito, Marano, Mugnano, Villaricca, Sant’Antimo, Qualiano e via discorrendo non è altro che un mega quartiere dormitorio. La gente lavora, vive, delinque, si arrabatta, si arrangia, produce, corre, si dimena, sbraita, lotta, si arrende, ma è tutto frutto di azioni isolate, di singoli eventi ed episodi.

Non esiste un’idea vera di collettività, non esiste un senso civico ben radicato. Ognuno vive la propria vita, la propria esistenza che va avanti nonostante tutto. Quelle poche centinaia di persone che si interessano alla vita pubblica sono perlopiù soggetti vicini o contigui ad ambienti politici, all’attivismo e all’ambientalismo. Negli ultimi tempi, certo, si nota una maggiore partecipazione popolare, anche alle manifestazioni. Ma è poca roba: Giugliano, per la Regione, per lo Stato, altro non è che un’espressione geografica.

E i sindaci? Qualcuno si impegna sul serio, altri sono dediti alle solite passerelle. Minacciano di dimettersi? Sono liturgie note, passaggi che devono essere fatti, ma in realtà nessuno mai si dimetterà. La poltrona piace a tutti e nessuno vuole rinunciarci.

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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