A 82 anni si è spento Roberto Gervaso. Lo scrittore e giornalista è stato per lungo tempo al fianco di Indro Montanelli, che lo portò al Corriere della Sera nel 1960.
Ha legato il suo nome a una lunga fila di biografie di personaggi illustri ed è stato uno dei primi divulgatori storici del nostro Paese. Proprio insieme a Indro Montanelli i primi sei volumi della Storia d’Italia, una grandiosa opera in 22 volumi che racconta l’evoluzione del nostro Paese dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente in poi. A Roberto Gervaso si deve la lettura approfondita e la scansione dei fatti, con dovizia di particolari e maniacale precisione, dell’Italia dal Medioevo al Settecento illuminista. Proprio grazie a uno di questi volumi, che negli anni sono diventati un logseller che costituisce la spina dorsale della cultura storica italiana, Roberto Gervaso e Indro Montanelli hanno vinto il Premio Bancarella nel 1967. Il secondo Premio Bancarella, Roberto Gervaso l’ha vinto come solista per la sua biografia Cagliostro, nel 1973.
Si è fatto conoscere al grande pubblico televisivo, che ha imparato ad amarlo per il suo garbo e la sconfinata cultura ma anche per il suo look sempre impeccabile, arricchito di volta in volta da un diverso papillon. Roberto Gervaso è stato un uomo di cultura e di parola, i cui aforismi hanno lasciato il segno in generazioni di lettori e appassionati, che ora si sentono un po’ più soli senza il suo verbo. 300 diversi papillon e 100 cappelli Borsalino nell’armadio, oltre 200 donne amate e 25 mila aforismi pubblicati. La vita di Roberto Gervaso in numeri è grandiosa, così come è stata la sua lunghissima carriera. Per sessant’anni ha raccontato l’Italia nelle sue sfumature come solo chi sa coniugare sapere e passione può fare.
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