Marano, benvenuti nel Comune dove spariscono faldoni importanti. Dal Grifone alla Garden House. Ente rovinato dalla politica ma soprattutto da dipendenti ed ex dirigenti. E chi doveva indagare si è svegliato tardi

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Benvenuti nel Comune dove sparisce tutto. Pochi giorni fa relazionavamo sul caso del Grifone, il ristorante abusivo costruito a Castelbelvedere, mai abbattuto, mai acquisito al patrimonio comunale, il cui faldone – un paio di anni – all’epoca della gestione commissariale, è misteriosamente sparito. La notizia di oggi (o meglio di qualche giorno fa) è che al municipio si sono perse le tracce anche di alcuni documenti riguardanti il caso Garden House, altra vicenda inquietante (condoni concessi laddove non si poteva condonare) che chiama in causa uomini, personaggi, politici e tecnici dei tempi che furono, quelli che hanno legato i loro nomi anche ad altri disastri come il Pip, il Galeota, il complesso di via Casalanno e tanto altro.

Dagli uffici è sparita l’istanza di condono presentata una quindicina di anni fa dai privati che realizzarono e poi ampliarono l’edificio in cui oggi sorge la Garden House. Qualche anno fa, invece, i carabinieri del Ros fecero non poca fatica per ricostruire l’iter dell’area Pip e molti atti furono trovati non al Comune ma in altri contesti. Per non parlare, poi, di alcuni aspetti relativi ai pagamenti o alle fideiussioni sul condono edilizio. Ne scrivemmo, si aprì una indagine, ma poi tutto è finito nel dimenticatoio.

Ma come è potuto accadere tutto ciò? Come è stato possibile che per 20 anni e passa a Marano nessuno si sia accorto o abbia denunciato casi di tale, inaudita gravità? Come è possibile che non si sia fatto nulla per abusi eclatanti e che solo di recente, sulla scorta di indagini della Dda (il nostro portale su certi argomenti era arrivato ben prima dei magistrati), si sia mosso qualcosa? L’elenco è sterminato: Garden House, via Platone, via Sant’Agostino, Antica Consolare Campana, via Romano, garage Orlando, la casa abusiva alle spalle della caserma dei vigili urbani, il capannone edile di via Vallesana, il Pip, il Galeota, l’edificio di via Casalanno, l’asilo nido di piazzale Dalla Chiesa, il Grifone e tanto, tanto altro.

E ancora: come è stato possibile che siano spariti interi faldoni e atti di vicende delicatissime?

Ve lo spieghiamo in poche righe, per non annoiarvi.

  1. Il Comune di Marano è stato (lo scriviamo da anni) lottizzato (negli anni Ottanta in particolare) da determinate famiglie della città, alcune decisamente border line, e negli uffici sono stati piazzati decine di dipendenti che hanno in alcuni casi badato a curare gli interessi dei privati e non quelli dell’ente e della collettività. Molti di quei dipendenti sono andati in pensione, qualcuno è stato allontanato, ma ormai il grosso è stato fatto.
  2. La magistratura, carabinieri, polizia, vigili, per anni e anni hanno letteralmente dormito. Hanno ottenuto importanti successi sul fronte del traffico di droga, ma non hanno mai realmente acceso i riflettori su quanto accadeva nelle stanze comunali, dove per anni politica, imprenditoria deviata e camorra hanno fatto il bello e il cattivo tempo. Qualcosa, su tale versante, si è mosso solo 3 anni fa con l’inchiesta Pip e prima ancora con il processo Simeoli, conclusosi con la condanna dei palazzinari di camorra, ma anche con le assoluzioni (nel merito o per prescrizione) di alcuni dipendenti comunali. L’indagine (chi ha letto gli atti e ha seguito il processo lo sa) non fu, a nostro avviso, calibrata al meglio. I pm annusarono bene, ma non riuscirono a ricostruire al meglio alcuni passaggi chiave. Purtroppo le forze di polizia e alcuni magistrati leggono poco. Qualcuno legge pure, ma non sempre comprende.
  3. Il cittadino medio di Marano non si è mai realmente ribellato a tale sistema, lo ha talvolta criticato, ma sempre sotto voce. Nel segreto delle urne, però, troppi, tanti hanno dato sostegno a politicanti collusi e per niente onesti. Gente che non è mai intervenuta laddove si doveva intervenire: ovvero negli uffici. Su tale versante, poco o nulla hanno combinato i vari commissari sbarcati negli anni in città.
  4. Se Terranostranews fosse nata qualche anno prima, molti dei soggetti summenzionati sarebbero già nelle patrie galere o quanto meno avrebbero combinato meno danni. Per loro fortuna, almeno per alcuni anni, hanno avuto a che fare con giornalisti improvvisati o della domenica e “giornalari” legati ad affaristi e politicanti che anziché denunciare e informare si sono letteralmente prostituiti. Alcuni di questi soggetti, ancora oggi infestano la città con le loro “markette” e con la loro opera di disinformazione costante.
© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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